Tarchi: “La Lega europeista rischia il sorpasso di Fdi”

Il politologo fiorentino, intervistato dal QN, commenta l'evoluzione moderata del Carroccio a trazione Giorgetti

Il professor Marco Tarchi

Marco Tarchi

Una analisi senza sconti dell’ultima evoluzione della Lega. La fa Marco Tarchi, intervistato da Andrea Bonzi sul Qn.

Lega verso il Ppe?

“È presto per dirlo: il mutamento – spiega Tarchi – è stato troppo repentino e netto per autorizzare previsioni. Sui passi successivi influiranno vari fattori, fra cui la disponibilità di Draghi a tenere nella sua azione di governo una linea non in diretto contrasto con le impostazioni leghiste su alcuni temi cruciali, nonché il responso dei sondaggi sulle intenzioni di voto dei prossimi mesi”.

Carroccio modello Csu

“Forse sì, ma su quale territorio? Dovrebbe rinchiudersi nuovamente nei confini del Nord e rinunciare a gran parte, se non tutto, del consenso raccolto con la svolta nazionale. Quanto all’abbandono degli atteggiamenti populisti, significherebbe non tornare alla fase bossiana ma inoltrarsi su un terreno incognito. Scelta molto rischiosa”.

Dicotomia Giorgetti-Salvini

“Giorgetti ha certamente molti sponsor potenti, ma quanto a doti di leadership mi pare limitato, e la Lega è sin qui stata un partito popolare, i cui elettori amano riconoscersi in un tribuno. Non si dimentichi i sonori fiaschi della stagione della segreteria Maroni. Di scissioni la Lega ne ha subite tante e ne è sempre uscita indenne. Ma la convivenza tra Salvini e Giorgetti dipende dalla disponibilità del primo a sottostare alla linea dettata dal secondo. Ora pare starci, vedremo se la situazione cambierà”.

Il peso della Lega europeista

“A mio parere, molto ridotto, non solo rispetto al 34,3% toccato alle elezioni europee del maggio 2019 ma anche alle cifre riportate dagli ultimi sondaggi, di una decina di punti più basse. Salvo imprevisti, c’è il rischio di un sorpasso di Fd’I, le cui ripercussioni non solo sugli elettori ma anche sui militanti leghisti potrebbero essere pesanti, aumentando l’astensionismo”.

Qui l’intervista completa

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