Quello che manca (di strutturale) alla bozza di legge di Bilancio

Un provvedimento che non offre uno sguardo sulla visione dopo la crisi

La legge di Bilancio

Con più di un mese di ritardo, si appresta a cominciare l’iter di approvazione della manovra finanziaria per l’anno 2021. Il nuovo disegno di legge di Bilancio prevede un impianto di circa 38 miliardi, in cui spiccano 5 miliardi per la cassa integrazione, 4 miliardi per il fondo ristori, 3 per i bonus alla famiglia, 1 per il fondo sanitario, (soltanto) 2 miliardi e mezzo per la riforma fiscale e 4,6 per il Fondo per la perequazione infrastrutturale (cioè il fondo per ridurre i divari tra le diverse aree del Paese).

Tutto considerato, sembra che il Governo non sia riuscito ad uscire dalla logica disordinata dei dpcm adottati fin qui a pioggia e senza una visione d’insieme.

Per una sorta di deformazione professionale, infatti, l’Esecutivo ha riproposto nel disegno di legge una miriade di micro-riforme con finalità assistenziali, legate alla gestione dell’emergenza Covid-19, tralasciando la necessità di adottare un piano strutturale per incentivare la crescita della produzione e la ripartenza dell’economia nazionale. 

Non vogliamo certamente mettere in dubbio l’importanza di politiche assistenziali di fronte alla crisi di liquidità di famiglie e imprese. Tuttavia, la presenza di previsioni micro-settoriali in legge di bilancio, oltre ad essere vietata dalla L. 243/2012, è fortemente inopportuna, visto l’altrettanto importante obbiettivo che, in linea di principio dovrebbe perseguire la manovra finanziaria, di incentivare la crescita economica necessaria a rendere sostenibile il debito pubblico. 

La transizione 4.0

In questo senso, guardiamo con favore alla previsione di misure come quella del Piano di transizione 4.0 (finalizzato a stimolare gli investimenti privati e dare stabilità alle imprese attraverso il potenziamento delle detrazioni fiscali) o ai fondi per le imprese creative e, più in generale per le PMI. Tuttavia, tali iniziative, oltre ad essere sostenute da fondi limitati, rappresentano soltanto una parte marginalissima del piano di riforme varato dal Governo.

La mancanza più grave si registra sicuramente nel settore tributario. Al punto che Bankitalia, nel corso di un’audizione parlamentare, ha sottolineato l’esiguità delle risorse predisposte per il taglio del cuneo fiscale e l’inefficacia delle riforme proposte dal Governo a produrre un effetto di stimolo all’economia.

Anche il tema del finanziamento della spesa è critico.

Il disegno di legge, infatti, rimette la copertura delle spese principalmente ai finanziamenti del Recovery Fund. Tuttavia, il “Piano di resilienza” che l’Esecutivo è tenuto a predisporre per poter beneficiare dei fondi UE non è stato ancora presentato alla Commissione europea. Anzi, si tenga presente che, dopo aver bollato come fake news la notizia di un possibile ritardo nella presentazione alle Istituzioni europee di tale piano, lo stesso Conte ha dovuto smentirsi durante la trasmissione Otto e Mezzo, e riconoscere le proprie mancanze. Ebbene, appare quantomeno lecito dubitare dell’effettiva copertura di una manovra finanziaria legata principalmente a fondi europei ad oggi inesistenti, sui quali scarseggiano le informazioni.

Il centrodestra?

Una posizione comune del centro destra sarebbe certamente fondamentale per aiutare a correggere le difficoltà del Governo a adottare una pianificazione economica di lungo periodo, che traini la crescita economica del Paese.

In questo senso, sembra avere le idee chiare Riccardo Molinari (Capogruppo alla Camera della Lega), il quale, in un’intervista alla Stampa, ha sottolineato l’importanza di una visione comune, soprattutto in materia fiscale, visto che presentarsi in ordine sparso significa soltanto fare un regalo al Governo. 

È chiaro infatti che, lavorare come un’opposizione coesa e costruttiva, garantirebbe al centro destra la possibilità di instaurare un dialogo proficuo sui temi economici, al fine di reagire alle incertezze della maggioranza (in questo senso, ne avevamo scritto qui). 

 

Luca Morini

Luca Morini su Barbadillo.it

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