Mastella fa la guerra alle caramelle e De Luca sfotte una bimba mentre Whirlpool chiude

Una giornata di gloria (è satira...) per la politica campana al tempo del Covid. Ma le agenzie battono l'unica - vera - notizia del giorno: la fabbrica partenopea chiude e lascia per strada 400 persone

Vincenzo De Luca

È stato un giorno di gloria per la politica in Campania. De Luca, nel lungo sermone settimanale del venerdì s’è attirato le contumelie di tutti per aver preso in giro una bambina che “piangeva” perché non poteva andare a scuola. Meglio di lui ha fatto Mastella, che – più realista del re, più deluchiano dello stesso governatore – praticamente da solo ha dichiarato guerra ad Halloween giungendo a vietare, con apposita ordinanza comunale, la distribuzione gratuita di caramelle.

Piccolo riepilogo a favore di chi si fosse perso gli eventi di questa giornata da leoni. Ha iniziato Mastella che, dopo aver “bruciato” ieri il bollettino record da oltre 3mila contagiati, ormai c’ha pigliato gusto a fare il pesce pilota del presidente De Luca. Poco dopo pranzo, il Comune di Benevento, in una nota stampa scritta in un burocratese da far invidia a chiunque, ci ha fatto sapere che – a mezzo ordinanza di sua ec-centricità il sindaco – è stata vietata

 l’organizzazione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi tipologia riconducibili all’evento della festa c.d. “di Halloween”;

l’organizzazione di festeggiamenti pubblici e fortemente sconsigliati quelli privati riconducibili all’evento festa c.d. “di Halloween”;

Non pensasse nessuno ad andare gironzolando per le strade a fare dolcetto o scherzetto. Il sindaco ha sentenziato:

è vietato accedere, singolarmente o in gruppi, agli esercizi commerciali e ai pubblici secondo le usanze della festa c.d. “di Halloween”;

E quindi la perla:

è vietato agli operatori commerciali porre a disposizione del pubblico caramelle, dolciumi e qualsiasi altra cosa in regalo come d’uso per la festa c.d. “di Halloween”.

 

Benevento, la città delle Streghe, farà a meno delle zucche. I bambini non potranno mascherarsi, nemmeno da piccoli Fanfani in erba. Non potranno avere caramelle per un giorno, per il dispiacere dei dentisti, delle nonne, degli zii. Chissà se una deroga si farà per il torrone, delizioso, che pur si gusta nella capitale che fu gloriosa coi sanniti e coi longobardi. Ma che, oggi, deve sentirsi rimpicciolire (e non lo merita), a ogni tirata paternal-moralistica del buon Mastella.

Poco più di un’ora dopo è iniziata la preghiera del venerdì officiata da Vincenzo De Luca. Collegati in Campania-visione, i cittadini si sono potuti beare di un’autentica e solenne bastonatura verbale ai danni di una bambina colpevole di piangere, durante un’intervista, perché “voleva andare a scuola per imparare a leggere e scrivere”. Certo, De Luca non voleva mica colpire lei.

Voleva attaccare “la mammina” che l’ha presentata ai microfoni della stampa cattiva “con indosso una mascherina alla moda”. E prendersela con chi l’aveva, evidentemente, imboccata con parole così pietose che stonerebbero persino nel più smielato post di uno dei tanti autoproclamati giornalisti alla moda che vanno per la maggiore su Facebook e che riempiono di sé persino la grandiosa pagina di “Io: professione mitomane”.

Ma non tutte le battute riescono, qualcuna è indigeribile. Tipo quella sulla bambina che è cresciuta a latte e plutonio, unica al mondo a piangere per volere andare a scuola. Dal suo genio artistico ci aspettavamo di più: ‘e creature so’ piezzi ‘e core. Era meglio sfottere il giornalista. Tanto, ormai, non gli rispondono nemmeno più anzi, non lo conoscono nemmeno più dal momento che del rito della conferenza stampa s’è perduto non soltanto l’uso ma persino la memoria, come dei bastioni di Atlantide.

In tutto questo, mentre si spiegava tutta questa clamorosa vicenda, la Whirlpool annunciava la chiusura – definitiva – dello stabilimento di via Argine a Napoli. Lasciando sul lastrico circa 400 operai e le loro famiglie a cui però “saranno pagati gli stipendi fino a fine anno”. Bontà loro.

Certo, come si dice proprio in Campania “questo non va per quello”. Per dirla con linguaggio giusprivatistico, non è possibile “confusione” tra le due-tre vicende evocate, in questa (ennesima) giornata gloriosa della politica regionale che soltanto con la chiave della satira (leggete bene, o zelanti, prima di riportare a dire: sa-ti-ra, tiè!) è possibile ripercorrere senza svenire.

Però, a chi è cattivo viene pure quell’ideuzza malefica: caspita, se la politica avesse preso di petto le multinazionali che aprono, prendono finanziamenti e poi decidono di chiudere, così come hanno pigliato i cittadini generici medi, altro che questione meridionale

Giovanni Vasso

Giovanni Vasso su Barbadillo.it

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