Napoli2021. Niente primarie e apertura a M5s, il Pd alla riconquista della città

De Magistris rivendica per sé un ruolo da "allenatore" in Dema. Il centrodestra si lecca le ferite dalle Regionali

Il Partito democratico non ha perso un minuto e già s’è messo al lavoro in vista delle amministrative del prossimo anno a Napoli. All’indomani del trionfo di Vincenzo De Luca alle Regionali, il Pd s’è riunito e ha stilato un documento in cui ha tracciato le linee guida in vista dell’appuntamento elettorale. Due, per adesso, le direttive intraviste e approvate dalla direzione provinciale democratica: niente primarie e apertura al Movimento 5 stelle.

 

Prove di dialogo

Lo scenario nel centrosinistra napoletano è abbastanza delineato. L’ultimo schema di coalizione è stato quello delle suppletive che hanno visto l’elezione di Sandro Ruotolo al Senato: Pd e arancioni insieme, il M5s – pur invitato a prendere parte – si è ufficialmente tenuto fuori sostenendo un altro candidato. A cui, ed è stata polemica rovente in casa pentastellata, molti militanti hanno negato il voto preferendo sostenere proprio Ruotolo. Quale sarà la scelta del M5s è ancora troppo presto da intuire. Allo stato attuale ci sarebbero tentativi di dialogo con il Pd persino in Regione Campania dove, almeno per ora, il Movimento ha espresso la volontà di un cambio di passo nella linea tenuta finora.

 

“Mister” De Magistris

Intanto il sindaco uscente, Luigi de Magistris, non potrà ricandidarsi in quanto spirerà, il prossimo anno, il suo secondo mandato consecutivo. Dalle parti di Dema ancora non s’è sciolta la riserve e, anzi, l’ex eurodeputato Idv ha rivendicato per sé un ruolo da “allenatore”: non sarà in campo ma darà il suo apporto di idee e di uomini allo schieramento “arancione”. All’Ansa, nei giorni scorsi, ha dichiarato di essere pronto a mettere sul piatto un suo nome per un “campo largo”. Una coalizione, certo, ma senza per questa necessità di alleanza sacrificare tutto. Insomma, per ora, de Magistris fa pretattica.

 

La “rivincita” del Pd

Il Partito democratico, invece, sembra avere le idee chiare. Oltre all’apertura ai 5 Stelle, l’accantonamento delle primarie è una mossa che tenterà di prevenire contrasti e svelenire il clima che, come è accaduto negli ultimi anni, s’è sempre arroventato e, anziché creare consenso attorno al vincitore delle consultazioni ha sollevato dubbi e creato lacerazioni. La sinistra napoletana, svuotata nei consensi da de Magistris prima e dall’affermazione M5s alle politiche del 2018 poi, adesso punta a riprendersi un ruolo centrale e governativo per la riconquista del governo nella città capofila del Mezzogiorno.

 

Incognita centrodestra

Il centrodestra, per ora, sembra ancora impegnato a leccarsi le ferite dopo la tremenda mazzata accusata alle Regionali. Riannodando i fili del ragionamento sulle candidature che ha tenuto banco nei mesi scorsi, potrebbe essere la Lega a farsi avanti per chiedere il “sindaco”. Ma i dati delle urne hanno restituito i rapporti di forza interni alla coalizione. Nella circoscrizione di Napoli, la Lega è stata ultima per consensi (48.571), staccata di oltre 10mila voti da Fratelli d’Italia (prima a 62.230) e Forza Italia (60.756). Certo che, più delle sigle di partito conterà il profilo del candidato da offrire al giudizio degli elettori.

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