L’estate stupenda della Meloni, nuova reginetta dei consensi

Numeri che farebbero invidia persino alla vecchia An ma senza ritrovare un serio protagonismo, Fratelli d'Italia non andrà lontano

Giorgia Meloni su una Vespa Piaggio

Giorgia Meloni, in piazza a Roma contro il governo
Giorgia Meloni, in piazza a Roma contro il governo

L’estate è dove nascono i sogni. L’importante, però, è che sopravvivano all’autunno. Giorgia Meloni è incoronata reginetta dei consensi e nuovo leader in ascesa della politica italiana. Fratelli d’Italia vola nei sondaggi a percentuali che avrebbero fatto invidia anche alla vecchia Alleanza Nazionale. È un’opportunità unica per la destra italiana. Che, prima di festeggiare, dovrebbe lavorare a fortificare le posizioni conquistate dalla sua leader. E, soprattutto, analizzare bene lo scenario politico di questa stagione.

Salvini “salvato” dai giudici

Il socio di maggioranza di una (eventuale?) coalizione di centrodestra rimane al momento sempre Matteo Salvini. Giusto un anno fa, il “capitano” operava lo strappo con Conte al culmine della sua popolarità. Non avendo ottenuto il voto, s’è appannata l’allure di invincibile che lo circondava. Sono poi arrivare le Sardine (e la scelta discutibile di candidare la Bergonzoni in Emilia Romagna) a incrinarne il prestigio: davvero bastano quattro gatti di levatura politica non eccelsa (visto poi come è andata a finire…) per dare scacco a chi, fino a qualche mese prima, chiedeva addirittura “pieni poteri”? E proprio quando sembrava imboccato il viale del tramonto, ecco che la voglia di revalsa del M5s ha consegnato Salvini a un tribunale. Con un tempismo perfetto: proprio mentre ancora non s’era spenta l’eco del caso Palamara e del contenuto delle intercettazioni. Il capo della Lega era a un punto (quasi) morto: dai suoi più acerrimi rivali politici è arrivato il dono generoso di una preziosa bombola d’ossigeno politico.

L’Opa su Forza Italia e altre suggestioni

Il nodo, dunque, è nell’intercambiabilità percepita dall’elettorato con la Lega e, soprattutto, nell’operazione di “scalata” lanciata a quel che resta di Forza Italia. Stretto in una linea percepita come ondivaga dall’elettorato, il partito azzurro vira sempre più verso centro, talora accompagnandosi a creature politiche come Italia Viva di Renzi e Azione di Carlo Calenda; quest’ultimo, peraltro, ha sollevato qualche entusiasmo anche a destra per le sue posizioni dure contro M5s e sull’economia perché se c’è una legge ferrea che vale sempre a destra è quella del “beduino”: il nemico del mio nemico è mio amico.  Un altro esempio della miopia che affligge la cosiddetta “area”, sempre pronta a tessere ponti d’oro a chiunque, venendo da fuori, esprime concetti vagamente simmetrici ai suoi.

La sfida del protagonismo

La sfida della Meloni è quella di non sgonfiarsi come è già capitato a Salvini e prima di lui a Renzi. Non sarà per nulla facile. Una strada è quella di  passare dalle parole ai fatti e creare: potenziare o mettere a punto una classe dirigente che sia in grado di esprimere e concretizzare, sui territori, quello che il partito promuove a livello nazionale. E, soprattutto, allargare la propria visione svincolandosi dal reazionismo a mezzo social e riconquistando una posizione di protagonismo vero alla destra sul piano del dibattito politico.  Altrimenti tutto quel mulinare di numeri sarà stato tutto inutile, un fugace sogno d’estate, un’illusione che poi si infrangerà quando inizieranno a cadere le foglie.

@barbadilloit

Giovanni Vasso

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