Il monito di Mentana: “Il giornalismo è l’opposto del politicamente corretto”

In un'intervista al Giornale, il direttore del Tg La7 sul caso Bari Weiss: "Le sinistre sono establishment, dunque conservatrici. Covid è stato Xylella per sovranisti"

“Il politicamente corretto? E’ l’opposto di quello che dovrebbe essere il giornalismo”. Lo ha detto Enrico Mentana, direttore del Tg di La7 nonché editore del quotidiano online Open, in una bella intervista rilasciata al vicedirettore de Il Giornale Francesco Maria Del Vigo. A innescare la chiacchierata, il caso di Bari Weiss: giornalista di cultura politica moderata assunta al New Tork Times per studiare e dare voce agli impulsi conservatori americani che hanno portato, tra l’altro, alla vittoria di Trump che è stata costretta a dimettersi a causa delle pesanti pressioni ricevute dai suoi stessi colleghi che non le potevano perdonare l’estraneità al politicamente corretto maggioritario nella redazione e coltivato dall’azione dei colossi del web, in questo caso di Twitter, definito dalla stessa Weiss: “Il vero direttore del Nyt”.

Enrico Mentana

“Dio ci preservi dall’omologazione”

Mentana ha spiegato: “Quello che la signora Weiss denuncia è principalmente quella dittatura esterna che viene fatta dalla pressione dei social network, in questo caso da Twitter, sul prodotto giornalistico. Se tu scrivi un articolo e te lo stroncano a folate sui social e magari vedi che tra coloro che lo fanno, in nome del politicamente corretto, ci sono anche dei tuoi colleghi, capisci che non è una partita ad armi pari. Dio preservi chiunque dal rischio di essere omologati”.

Sul potenza di fuoco dei social, il direttore del Tg La7 ha inoltre aggiunto: “A me non interessano le critiche in Rete. Poco prima di Pasqua, quando Conte ha usato il suo discorso per attaccare la Meloni e Salvini, io lo ho criticato e sui social mi sono preso tutto lo shit storm dei filo-Conte. Ma se tu sei strutturato e hai detto una cosa perché la pensavi, non ti fai condizionare nemmeno per un secondo”. Dunque ha sottolineato, invitando tutti a tenere la schiena dritta: “Non bisogna cadere nemmeno nel vittimismo degli opinionisti: sia in Italia che negli Usa non si vedono dei grandi perseguitati. Certo, devi sempre tenere conto della testata per la quale scrivi e dei tuoi lettori”.

“Le sinistre conservatrici e la crisi sovranista”

Un passaggio importante, poi, Mentana lo dedica all’analisi della sinistra e della sua azione culturale: “Il fatto è che le sinistre europee, riformiste e socialiste, sono fortemente establishment. E sono fatalmente conservatrici, nel senso che vogliono conservare. Forse sarebbe più giusto definirli dei preservatori. Poi però crescono anche cose diverse e a loro volta cambiano”. Dunque ha intravisto crepe nel fronte opposto: “Sicuramente il populismo e il sovranismo sono state le novità del nuovo Millennio, però il Covid è stata una sorta di Xylella del sovranismo: ha riportato in auge il bisogno di aiuti da parte dell’Europa, il parere dei tecnici e persino la scienza”.

La tentazione omologante del politicamente corretto

“Pol. corr. è omologazione”

Ma è ancora più interessante il monito che Enrico Mentana ha lanciato in tema di libertà del giornalismo. Secondo lui, infatti: “Il politicamente corretto è esattamente il contrario del giornalismo perché porta all’omologazione. Per fare giornalismo devi trovare degli elementi di discontinuità, stupore, spiazzamento. Il politicamente corretto è il contrario. Il politicamente corretto senza passato e senza futuro è pericoloso”.

Alla lunga, secondo Mentana, ci sono rischi che incombono su tutti: “Io su certe cose sono rigido, come sui valori dell’antifascismo: non vanno fuori moda, perché il nostro Paese ha conosciuto una attrazione fatale per la illiberalità. Dobbiamo renderci conto che a tutti quelli che dicono ‘Così non si fa’, bisogna rispondere che ‘Così non si fa solo se fa danno a qualcuno’. Tutto il resto è assolutamente insensato”.

Wim Kieft

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