Siamo uomini o assistenti civici?

L'idea del ministro Boccia sconcerta l'opinione pubblica: c'è davvero bisogno di (ulteriori) controllori?

Di buone intenzioni è lastricata la via sulla quale veglieranno, senza neppure essere pagati, gli assistenti civici. Non è stato certo un colpo di genio, quello del ministro Boccia: 60mila persone saranno inguantate in una pettorina azzurra (“come la nazionale” dicono le agenzie, magari faranno pendant coi tricolori smunti appesi ancora ai balconi) dovranno sorvegliare i cittadini che, maledetti loro, si riversano in strada e vanno, horribile dictu!, al bar a bersi una cosa in compagnia.

Il pomeriggio è passato in analisi dottissime, allarmi, sfottò; gli assistenti civici, gli steward che dovranno sorvegliare le nostre passeggiate, non solo non potranno fare le multe ma non saranno manco pagati. Un cinico direbbe che si proporrà al ruolo, volontario a far da capro espiatorio a una rabbia montante e inconfessabile, tabù della comunicazione a ogni livello, solo chi – con la stessa ghigna del mitico Paolo Stoppa – abbia la faccia tosta e l’orgasmo sadico del “caporale” perfettamente dipinto da Totò nel celebre monologo del film “Uomini e caporali”.

I soliti sospetti

Epperò bisognerà pensare che tanti si proporranno alla guardia dei sorrisi per disperazione, con la speranza di trovarsi un giorno arruolato in qualche vecchia o nuova milizia, con un posticino da parastatale. La fame rende ciechi, sordi. E insensibili. Dall’una e dall’altra parte. Sarà un’altra guerra tra poveri, l’ennesima. E non sarà l’ultima. Perché agita questioni fondamentali.

Già si sente l’eco di quelli che sussurrano maligni sospetti: “Ma se tu non hai nulla da nascondere, non c’è mica bisogno che ti allarmi? Se lo fai, invece…”. E’ il ribaltamento del principio di garantismo: non più innocente ma colpevole fino a prova contraria.  E dovrai esibirla a chiunque la chiederà, questa fantomatica prova contraria: persino gli ausiliari della distanza covid che il governo ha intenzione di organizzare. E dopo tre mesi di clausura, carte e autocertificazioni, sarebbe quasi ora di sospendere questo stato di eccezione ormai insostenibile.

 

 

 

 

 

 

 

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