Coronavirus. Gli scivoloni della Lagarde e delle istituzioni europee

Le istituzioni comunitarie europee, di fronte a una emergenza sanitaria epocale, forse la peggiore della storia, stanno mostrando tutti i loro limiti, facendo dubitare anche i loro più strenui difensori.
Per gli europeisti oltranzisti ieri è stata una giornata orribile. Christine Lagarde ha gettato nel panico l’economia continentale. Visibilmente inadeguata, nervosa e imbarazzata, la presidentessa della Bce si è presentata ieri sera con un pacchetto di misure economiche inutili, quando tutti gli operatori si aspettavano invece un intervento pesante a sostegno di stati e imprese oggi in difficoltà. Alle domande più specifiche, ha risposto spiegando di non essere li “a contenere lo spread”, creando un disastro.

La reazione del Quirinale
Il Quirinale, di fronte a cotale incapacità, ha dovuto prendere una posizione, evento più unico che raro che dà la cifra della gravità della condotta della Bce. “L’Italia sta attraversando una condizione difficile – scrive la presidenza della Repubblica – e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del Coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Si attende quindi, a buon diritto, quantomeno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possano ostacolarne l’azione”.

La cinica burocrazia europea

Contestualmente, mentre il turismo sta andando a catafascio in tutta la penisola, è arrivata ieri una tegola. La Corte di Giustizia dell’Ue ha multato l’Italia per 7,5 milioni di euro, per aver aiutato in modo illegittimo gli hotel sardi. La vicenda risale al 2008 ma la multa è arrivata ieri, segno che la burocrazia europea è sempre più cinica e fredda.

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Francesco Filipazzi

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