Cinema (di M.De Angelis). Il caso “1917” e il patriottismo nazionale assente nelle pellicole italiane

1917 film sul patriottismo Uk

1917 sarà sicuramente un bel film. Le candidature agli Oscar e altri premi sembrano giustificate. D’altronde i britannici sono molto bravi a fare film di guerra, in particolare sulla Prima Guerra Mondiale. Penso ad esempio a War Horse.
In Italia, invece, dopo la “Grande Guerra” di Monicelli, si è fatto poco. Anche in questo pesa la censura ideologica antinazionale che castra e condiziona la realizzazione artistica italiana dagli anni Sessanta. Paradossalmente a ridosso della fine della guerra civile non era così opprimente e film che celebravano l’eroismo italiano se ne sono fatti a decine.

Il fatto è che la cinematografica è, dagli anni 30/40, il nuovo mezzo di narrazione e di formazione e consolidamente delle coscienze, del senso comune e dell’immaginario collettivo: chi non fa cinema non esiste. E il patriottismo italiano è stato radicalmente espunto dalla produzione da 60 anni.

Nel centenario dell’impresa di Fiume non è stato prodotto alcunché, né da privati – che comunque dovrebbero trovare i finanziamenti – né certo dalla Rai.
L’evento dell’anno è stato invece un film controverso su Bettino Craxi. E questo chiude il discorso.

Ma nemmeno nell’anniversario della fine della guerra del 15/18 si è visto un qualche intento celebrativo. Eppure, sulla carta almeno, è l’unica guerra che abbiamo vinto. E noi, fra l’altro, l’abbiamo combattuta per liberare terre italiane e “difendere i sacri confini dall’invasore”… Inglesi e americani, che ancora oliano la macchina della propaganda di guerra con film belli e costosi, la guerra, come al solito, l’hanno combattuta a casa degli altri. E i loro film ci ripetono costantemente che non l’hanno fatto per interesse, ma che i loro soldati si sono sacrificati per difendere il diritto e la libertà altrui.

Ma allora perché noi non dovremmo celebrare i nostri? Perché non onorare i nostri caduti e gioire delle nostre vittorie? Perché non utilizzare almeno i film per tramandare le nostre ragioni alle nuove generazioni e ricordare i nostri meriti?
Perché i nostri figli si debbono commuovere per l’eroismo americano o inglese e non sapere cosa hanno fatto i propri bisnonni per permettere loro di definirsi ancora italiani?

Solo chi ha figli in crescita può rendersi conto di quanto grave e sistemico sia il problema. Rendersi conto che i nostri figli non li cresciamo noi e nemmeno la scuola, che sta indietro su tutti i fronti, bensì l’audiovisuale in tutte le sue declinazioni: film, cartoni, serie, clip, eccetera.

Così i nostri figli crescono convinti di vivere in America, conoscono i problemi della società americana e li fanno propri, conoscono la storia degli altri e sono totalmente disinteressati alla propria. Si allontanano ogni giorno che passa dalla realtà dei propri genitori e dei propri nonni, dalla propria storia e dalle proprie radici.

E poi sentiamo parlare di “sovranismo”. A che vale essere sovrani della propria valuta se non si è sovrani della propria anima, della propria storia, della propria memoria?

@barbadilloit

Marcello De Angelis

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