Politica. Per combattere l’evasione si punti sulla comunità e non sulle manette

Il governo promette di essere l’esecutivo nemico degli evasori: per farlo ha deciso di prendere misure chiare e nette contro la circolazione del contante e favorire le transazioni tramite carte.
Combattere gli evasori è giusto: in Italia esiste un mondo nero sommerso pari al 12% del Pil. Il problema che bisogna porsi è il metodo. È giusto oggi tornare a far suonare il tintinnio delle manette? È utile far la lotta al contante per lodare il mezzo elettronico?
L’Italia ha senza dubbio bisogno di un processo riformatore che passi dalla teoria prodiana «pagare le tasse è bellissimo» a quella comunitaria «pagare le tasse è giusto».

Per questo cambiamento è opportuno far capire ai cittadini che bisogna applicare un principio di sussidiarietà e solidarietà. Ma soprattutto abbiamo bisogno di uno Stato comunità che da una parte insegni ai cittadini l’importanza di sentirsi collettività attraverso il mezzo fiscale e dall’altra dia il diritto di pagare solo ciò che è giusto e che non leda la dignità del cittadino. In più lo Stato da buon padre di famiglia non può mettere il becco tra le transazioni dei cittadini, deve solo garantire che questi avvenga nel pieno rispetto delle regole.

Le proposte quasi ricattatorie dei 5 Stelle non siano utili a creare una comunità fiscale: i chiassosi sproloqui e le minacce della galera non portano ad una risoluzione fiscale. La vera lotta è culturale non forcaiola.

Paolo Caroccia

Paolo Caroccia su Barbadillo.it

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