Uni#Trento. L’estrema sinistra impedisce l’incontro con il giornalista Biloslavo. Il rettore: lo re-inviteremo

Il caso Biloslavo a Trento
Il caso Biloslavo a Trento

“Invitato da studenti di sinistra come giornalista sulla crisi libica, a Sociologia a Trento, un gruppo di nipotini di Curcio non mi ha fatto parlare. L’università si è piegata ai violenti, ma poi Il Rettore mi ha invitato a tornare. Vulnus per la libertà di espressione”: così il giornalista e reporter di guerra Fausto Biloslavo ha raccontato su Twitter la disavventura in cui è incorso a Trento. Doveva tenere una conferenza sulla Libia ma un funzionario dell’Ateneo lo ha chiamato per dire che l’aula dove doveva tenersi l’incontro era presidiata da “balordi che erano giunti da fuori”. Incontro saltato e striscioni dei gruppi studenteschi antifascisti appesi sui muri, insieme a volantini macabri con il giornalista a testa in giù.

Le reazioni per la violazione assurda della libertà di espressione e di opinione

Oltre alle reazioni politiche di solidarietà con Biloslavo, tra cui quella di Giorgia Meloni, si registra l’invito a ripresentare l’incontro del rettore stesso dell’università di Trento,  Paolo Collini: “Ci tengo ad affermare il principio della libertà di espressione che per l’università è una cosa importante e noi – spiega il rettore all’AdnKronos – la difendiamo sempre in questo modo, dando voce alle persone che ne hanno titolo e diritto”. Solidarietà a Biloslavo arriva anche da Carlo Verna, presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

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Red

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