Il caso. “Fiene da Italia?” Quando Fantozzi anticipò la polemica “Alto Adige -Sud Tirol”

E’ delle ultime ora la decisione della Provincia autonoma di Bolzano di sostituire Alto Adige con Sud Tirol. Un passo in più per minoranza tedesca sulla strada dell’ “indipendenza” culturale e linguistica, due passi indietro per il nostro Paese di fatto preso a schiaffi nella sua Storia e nei suoi sacrifici per ottenere l’Unità.

A poco sono valsi voto contrario ed appelli dell’unico consigliere, Alessandro Urzì (FdI), che si è opposto alla decisione: era solo, un po’ come possono sentirsi oggi gli italiani d’Alto Adige  e gli altri cittadini italiani che vivono e che lavorano in regione.

Che prima o poi si saremmo arrivati a questo punto si sapeva già dal 2011, relativamente alle polemiche sulla celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. E lo sapeva anche Neri Parenti quando, nel 1981, nel suo Fantozzi contro tutti inviò il ragioniere, Filini, Calboni e due colleghi in vacanza ad Ortisei.

Da pochi anni la magistratura italiana aveva affrontato la vicenda degli indipendentisti suditrolesi, quelli armati di tritolo per intenderci e che non abbattevano solo tralicci: 12 gli uomini dello Stato uccisi a Sesto Pusteria, a Valle di Vizze, a San Martino in Valle di Casie, a Malga Sasso, a Cima Vallona, in una guerra di cui non vi è traccia nei libri di scuola.

Chi fa commedia ha la memoria lunga e una buona conoscenza della storia: se vuoi fare parodizzare un popolo, le sue usanze, i suoi modi di porsi devi prima conoscerlo bene. E così, trasformando la stazione di Ostia in quella di Ortisei e il vecchio treno Anni 30 delle Ferrovie del Lazio nel trenino della Val Gardena, Neri Parenti descrive il “tragico” arrivo degli impiegati della Megaditta in Alto Adige. Sono in settimana bianca, ma è fine maggio e, alla fregatura del periodo si aggiunge il tono poco cordiale della guida locale (doppiata da Paolo Villaggio):

“Filini? Viene da Italia?”

Negli Anni ’80 l’Alto Adige aveva da poco ottenuto lo statuto di autonomia speciale, concludendo con un gesto, diplomatico, anni di tensioni con il governo centrale. Una scelta che parve ai politici di allora necessaria perché regione di confine e perché popolata da una minoranza piuttosto battagliera, forte dell’assimilazione culturale e linguistica con la Germania che, seppure divisa, era già allora un alleato NATO di tutto riguardo.

Politica internazionale, interessi, desiderio di concludere una lunga stagione di sangue spinsero dunque a concedere ulteriori libertà nella speranza, forse, che gli abitanti della minoranza tedesca avrebbero apprezzato, rinunciando ad eventuali altre spinte autonomiste.

Non andò così: la raggiunta “autonomia” ha permesso nel tempo il sedimentarsi di una cultura e di una identità che non tutti gli alto-atesini, neanche quelli di madrelingua tedesca, condividono. Nel 2014 l’emittente francese France 24 dedicò un servizio alla decennale questione del Tirolo italiano. Entrati in una sede di un’associazione culturale, oltre alla bandiera austriaca appesa al muro, libri che celebrano Georg Klotz terrorista condannato nel 1969 per tentato omicidio e morto in Austria nel 1977. Già perché quelli che per noi (ma anche per loro, in teoria, avendo passaporto italiano) sono terroristi per gli alto-atesini più duri sono invece “eroi dell’indipendenza”. E che la protesta di fronte a tali pubblicazioni e ai toponimi dedicati (via Sepp Kerschbaumer) si limiti alla sola indignazione vuol dire che si è giunta ad un punto di non ritorno.

“Voi mafiosi italiani che mangia solo spaghetti!” grida, oltraggiosa, la guida degli impiegati, alla quale il gruppo risponde chinando il capo. Nella comicità di Fantozzi contro tutti, dunque, l’atteggiamento di un intero popolo che sull’italianità dell’Alto Adige ha dovuto, deve e forse dovrà ancora ingoiare rospi su rospi in nome di un rispetto e di una convivenza civile che ad oggi sembra essere solo un proposito… degli italiani.

 

@barbadilloit

@marco_petrelli

Marco Petrelli

Marco Petrelli su Barbadillo.it

Exit mobile version