Focus Politica. Giorgetti, Marion e il filone Lega-Csu per “scongelare” il voto populista italiano

Marion Le Pen e Giancarlo Giorgetti ad un evento a Firenze con Barbadillo

L’antefatto. Tutto è successo a luglio. La Lega, trattando con la Csu bavarese – con cui i contatti era avviati da mesi – stava per scegliere di votare l’allora ministro della Difesa tedesco, Ursula Von der Leyen, come presidente della Commissione europea. La scelta avrebbe creato qualche malumore nel gruppo delle destra nazionalpopolari (per la presenza dell’Afd, acerrima rivale della Cdu), ma il dialogo si stoppò improvvisamente. E sulle ragioni ci sono ricostruzioni solo incomplete. E’ plausibile che lì sia finito il governo Conte sostenuto da Lega-M5S, con un diktat europeo – eurocrazia più partiti establishment ovvero socialisti e popolari – per mettere in un angolo le destre populiste, tra le quali spicca il Carroccio italiano.

L’opzione Giorgetti

L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, è uno di destra solida, realista e pragmatico. Non gioca sui social e pensa ai contenuti. Ha maturato l’idea che rinchiudere la Lega nell’area del populismo isolato sia una scelta che trasformerebbe il Carroccio in un Msi 2.0, ovvero in un partito che raccoglie voti con eletti poi esclusi da ogni ipotesi di governo. E qui si innesta un lavoro culturale di avvicinamento tra il mondo sovranista italiano e quello della Csu, i bavaresi di centrodestra, che sull’immigrazione hanno tanti punti in comune con le destra identitaria, ma non possono dialogare con l’Afd, alleata di Salvini e di Marine Le Pen. Dopo le europee questo dialogo Lega-Csu avrebbe dovuto produrre un primo approccio pubblico, ma i tempi della politica sono diventati frenetici e tutto è saltato.

Ora Giorgetti dichiara pubblicamente le affinità tra Lega e Csu: l’obiettivo è non marginalizzare in Ue le istanze delle regioni del Nord amministrate al Carroccio, ma anche scongelare i consensi salviniani, ora numericamente rilevanti ma ininfluenti nelle dinamiche politiche del paese.

Giorgetti come Marion Marechal

Realista Giorgetti e realista anche Marion Marechal. Mentre Marine Le Pen declama come un disco rotto l’opzione “al di là della destra e della sinistra”, che nelle urne favorisce un arco costituzionale transalpino – che poi genera l’ologramma Macron -, Marion apre ad un accordo tra lepenisti e  gollisti per battere le sinistre.

Il limite dei populisti

Su Barbadillo lo scriviamo da sempre: i voti non si contano ma si pesano. E’ stato più sovranista Craxi con il piccolo Psi – nel mettere gli Usa nell’angolo a Sigonella – che Salvini e Marine Le Pen insieme nel loro attuale percorso. Ovviamente l’abbraccio con il Ppe – strada percorsa in passato da An – ha pro e contro. Ma innegabilmente evita l’emarginazione di un intero blocco sociale. E poi, per concludere, il premier ungherese Orban, in area Ppe, fa cose identitarie senza poi andare troppo dietro al politicamente corretto. Quindi la strada merita di essere battuta, evitando però cedimenti al pensiero unico…

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