Storia. Addio al parà di El Alamein Santo Pelliccia, l’essenza del Soldato

E’ vegliato dai parà del 185° Reggimento Paracadutisti il leone di El Alamein. Santo Pelliccia, 95 anni, è stato uno degli ultimi testimoni della battaglia simbolo della “Folgore” ed evento iconico della Storia militare della Seconda Guerra Mondiale.

Il Leone Originario della Campania, classe 1923 nel ’40 si arruola nel Regio Esercito. Supera le selezioni per la Regia Scuola di Paracadutismo di Tarquinia (dove si addestra anche un altro leone, il livornese Giuseppe Baroletti) e nel 1941 consegue il brevetto di specialità.

Destinato al fronte africano, partecipa alla Seconda Battaglia di El Alamein (23 ottobre – 5 novembre 1942), località egiziana del Sahara occidentale, distante circa 100 km da Alessandria d’Egitto. La 185° Divisione “Folgore” è qui schierata, inquadrata nel X Corpo d’Armata Italiano (3 i Corpi d’Armata Italiani più l’Afrika Korp) e sin dall’inizio dello scontro è chiamata a sostenere l’onda d’urto delle divisioni corazzate britanniche. Farà il suo dovere fino alla fine, con numerose perdite, arrendendosi solo due giorni dopo la battaglia e inseguito alla distruzione delle armi per evitare che esse cadano nelle mani del nemico. Nemico che resta talmente impressionato da quella resistenza, disperata ed eroica, da concedere l’onore delle armi ai paracadutisti italiani.

Dopo la guerra e una lunga prigionia Santo Pelliccia prosegue a servire il Paese con l’uniforme della Polizia di Stato fino al congedo, nel 1983.

Un altro pezzetto della nostra Storia vola via. Il leone Santo Pelliccia ha incarnato l’essere Paracadutista, l’essenza del Soldato” scrive sul suo profilo il Generale Rodolfo Sganga, Comandante della Brigata Folgore.

Residente a Nettuno, Santo si è spento dopo il ricovero dovuto ad un malore. La sua vicenda, di Uomo e Soldato, è stata narrata nel docu-film Il ragazzo della Folgore.

 

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