Il caso. Se le Ong diventano (di fatto) funzionali ai trafficanti di esseri umani

Un’immagine del nuovo naufragio avvenuto nel Canale di Sicilia e la Marina Militare precisa che sono cinque e non sette, come in un primo momento era stato comunicato, i morti recuperati a bordo di un barcone carico di oltre 500 migranti che si è capovolto a circa venti miglia al largo delle coste libiche. Roma, 25 maggio 2016

Da più di cinque anni la propaganda delle organizzazioni umanitarie si basa sulle fandonie. La madre di tutte le balle, ripetuta allo sfinimento nel nome dell’accoglienza indiscriminata è quella dei migranti in fuga da guerre e carestie.

Per fare un esempio: dal 2015 nello Yemen si combatte uno dei conflitti più crudeli di questo decennio eppure dalla Libia non è arrivato un solo rifugiato in fuga da quella guerra. Continuano ad arrivare, invece, migliaia di bengalesi o pakistani volati da Dacca a Tripoli su regolari voli di linea ed affollano i barconi diretti all’appuntamento con le Ong schierate davanti alle coste libiche. E assieme a pakistani e bengalesi sono approdati migliaia di senegalesi e nigeriani. Peccato che il Senegal sia un Paese dove si vive in santa pace e dove un Pil cresciuto a ritmi del 7% annuo garantisca da un decennio, un generale miglioramento della vita.

Dalla Nigeria tormentata dai Boko Haram sarebbero dovuti arrivare, in base al teorema delle Ong, migliaia di cristiani perseguitati. Invece ne sono arrivati pochissimi per il timore di venir fatti a pezzi, strada facendo, dai fanatici musulmani. In compenso le navi delle Ong si sono trasformate in littorine della prostituzione e del crimine. Per anni hanno traghettato migliaia di ragazzine nigeriane destinate al racket della prostituzione sotto gli occhi omertosi dei cosiddetti “operatori umanitari”.

Un’altra litania ripetuta allo stremo dalle Ong e dai loro sostenitori ci metteva in guardia da un flusso migratorio ormai inarrestabile perché legato all’irreversibile implosione di un’Africa saccheggiata dall’Occidente e devastata dai cambiamenti climatici. Invece è bastato limitare l’attività delle Ong e favorire quella della Guardia Costiera libica per ridurre drasticamente gli sbarchi portandoli dai 181mila del 2016 ai poco più di 4.000 registrati al 16 di Agosto (fonte cruscotto statistico www.interno.gov). Quei numeri rappresentano l’inconfutabile dimostrazione del ruolo giocato dalle navi di soccorso nel moltiplicare le partenze e, con esse, i lucrosi affari dei trafficanti di uomini.

QUANTE SONO E DA CHI SONO FINANZIATE LE NAVI ONG

Ad oggi sono quattro le navi ONG che ancora “operano” nel mediterraneo: il veliero Alex & co, la Alan Kurdi, Ocean Viking e Open Arms. La prima è una barca della ONG italiana “Mediterranea Saving Humans” tra i numerosi sostenitori di Mediterranea, troviamo GUS – Gruppo Umana Solidarietà “Guido Puletti” Onlus, organizzazione non governativa che si occupa dell’accoglienza dei migranti (ospitò anche l’assassino di Pamela Mastropietro, Innocent Oseghale), con un fatturato di 31,5 milioni di euro all’anno.

Un altro sostenitore di Mediterranea è lo Spin Time Lab, ovvero l’organizzazione sorta nel palazzo romano occupato nel 2013 dal movimento rosso per la casa Action. Allo Spin Time fu staccata l’elettricità dal gestore per una morosità di 300mila euro, utenza riattivata poi forzatamente dall’elemosiniere di Bergoglio, Konrad Krajewski.

La Alan Kurdi è della ONG Sea – Eye fondata nel 2015 da Michael Buschheuer, conta circa 200 volontari e sul loro sito è scritto che gli bastano 1.000 euro per pagare un’intera giornata alla ricerca di clandestini. Ad Aprile Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, fedelissimo di Papa Francesco, ha firmato un assegno da 50mila euro per la stessa Sea Eye. La Ocean Viking della Sos Mediterranee è stata finanziata da una variegata accozzaglia di organizzazioni e associazioni, spesso ideologicamente molto distanti.

In Germania la Ong è sostenuta da Aktion Deutschland Hilft, dalla musulmana Islamic Relief Germany, dalla cristiana Habitat for Humanity e dall’ebrea Central Welfare Board of Jews in Germany, dalla Chiesa Evangelica tedesca (che finanzia anche Sea Watch), da World Vision (finanziata tra gli altri da Unione europea, Nazioni unite, governo tedesco e governo britannico), da Schwarzkopf-Stiftung Junges Europa (finanziata anche da Unione europea, Nazioni unite, governo tedesco e dall’ambasciata italiana a Berlino), da Help Refugees (finanziata anche dalla Open Society Foundations di George Soros e che in Italia sostiene Baobab Experience), dalla Awo International e.V. (finanziata dal governo tedesco e dall’Unione europea), dalla Adra Deutschland e.V.(finanziata da Governo tedesco, Unione Europea e Nazioni Unite), e dalla Help – Hilfe zur Selbsthilfe e.V. (finanziata da Governo tedesco e svedese, Unione Europea e Nazioni Unite).

Nel 2018, la sede centrale francese di Sos Mediterranee ha raccolto quasi 7 milioni di euro, raddoppiando i proventi rispetto all’anno precedente. Tra i finanziatori, spicca Oak Foundation, che in Italia sostiene i medesimi progetti della fondazione di George Soros, come CILD e Open Migration.

La Open Arms ong spagnola in questi giorni sotto i riflettori, spende per le proprie barche 1,4 milioni di euro, di cui il 95% usati per le azioni di salvataggio (700mila euro al largo della Libia e 700mila euro a Lesbo) e il restante 5% in strutture, comunicazione e via dicendo. L’incasso però è più alto, con una raccolta fondi che supera i 2,1 milioni di euro. Secondo il direttore Oscar Camps, la Golfo Azzurro può ospitare 400 persone a bordo e un giorno di navigazione costa “solo” 5mila euro.

TRA TANTI PAESI, PERCHÉ PROPRIO L’ITALIA?

L’Assemblea Nazionale delle Nazioni Unite ha approvato formalmente il 19 dicembre 2018 il Global compact for Migration. Il patto prevederebbe la libera circolazione dei migranti e la tutela del loro diritto ad emigrare. Hanno aderito al GCM la maggior parte dei Paesi europei, mentre l’Italia ha preferito non allinearsi.

Allora la domanda sorge spontanea: perché portarli proprio in Italia?

È alquanto strano che il capitano di una nave si ostini a violare i confini di una nazione sovrana, ad infrangerne le leggi, quando tutto intorno è pieno di Paesi che questi migranti li accoglierebbero a braccia aperte.

Allora emergono il lato ipocrita e quello strumentale di tutta questa vicenda: le ong, sostenute dalla sinistra di tutta Europa, soprattutto dal pd, prelevano gli immigrati direttamente dalle coste libiche per portarli proprio in Italia, per poter semplicemente sfidare le politiche decise da un ministro che non piace all’UE, perché troppo sovranista, e il sovranismo, si sa, non favorisce il disegno politico che i burattinai di Bruxelles avevano in serbo per l’Italia.

LE DESTRE XENOFOBE

Il discorso, puramente politico ed economico, viene puntualmente ribaltato sul fattore etico: la solita sinistra buonista, che anziché tutelare il popolo che, svenandosi con le tasse, paga gli stipendi dei suoi parlamentari, sale sulle navi di trafficanti di esseri umani per solidarizzare con coloro che di lì a pochi giorni saranno manovalanza per la criminalità organizzata e tirano fuori la solita tiritera dei morti in mare.

MA LA SOLUZIONE C’È, ED È ANCHE SEMPLICE

La soluzione, come abbiamo potuto constatare, non è quella di chiudere i porti, come ha tentato di fare, con pessimi risultati, la lega. C’è una proposta che Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia portano avanti da anni, ed è quella del blocco navale davanti alle coste della Libia: se solo l’Europa decisesse di occuparsi in maniera seria di politica estera, la soluzione sarebbe accordarsi con le autorità libiche e mettere a disposizione le navi della Marina militare, che impediscano ai barconi di partire. In questo modo, si ridurrebbero non solo gli ingressi, ma si azzererebbero le morti.

GIÙ LA MASCHERA

Dietro tutto il buonismo delle ong, c’è un business che arriva a fruttare più del mercato della droga. Ogni immigrato è visto come fonte di guadagno, non come essere umano. Questi negrieri legalizzati, in accordo con le coop rosse, continuano a sfruttare gli immigrati per gestire i loro loschi affari.

Chiudere gli occhi di fronte a questo sistema criminale, che è palese, vuol dire favorire questo meccanismo, e favorire anche le morti nel Mediterraneo.

@barbadilloit

Francesco Di Giuseppe

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