Europa. Grandi (ElectoMag): “Le lacune dei sovranisti (oltre il no agli immigrati)”

Le Pen Orban Salvini e Trump
Le Pen Orban Salvini e Trump

Augusto Grandi, direttore e animatore del quotidiano ElectoMag, in Italia nelle Europee si sono affermate forze come Lega e M5S che criticano l’impianto dell’Ue. Che peso avranno nelle dinamiche del sovrastato europeo?

“Scarso, se non nullo. Popolari e socialisti, seppur in flessione, saranno obbligati a cercare alleanze. Ma appare decisamente improbabile che rinuncino a gestire insieme il potere, coinvolgendo liberali e magari i Verdi, piuttosto di arrivare ad una rottura che porti il Ppe a cercare un accordo con Salvini e Le Pen, più conservatori e qualche altro”.

Il successo della Lega. Il partito di Matteo Salvini, ormai nazionale, è incasellabile nelle categorie della destra italiana?

“Dipende cosa si intende per destra. Il populismo di Salvini nasce come risposta ad una esigenza vera, reale del popolo italiano. Però non si può andare avanti a lungo con l’emergenza immigrazione. Anche perché la magistratura continua ad intervenire rendendo vani gli sforzi per frenare il flusso migratorio ed i rimpatri sono poco più che una farsa. Per la Lega sarebbe necessario un salto di qualità nella scelta dei propri rappresentanti ma anche di collaboratori con competenze specifiche nei diversi campi. Invece si procede con un personale politico spesso imbarazzante e si continua ad affidare agli avversari politici le iniziative culturali, economiche, di immagine. Basti pensare al Festival dell’Economia di Trento ed alla riconferma di Boeri”.

Che spazio resta per gli eredi di An, ovvero per Fratelli d’Italia della Meloni?

“I fratelli d’Italia si sono alleati con Fitto in Europa e stanno imbarcando esponenti in fuga da Forza Italia. Il loro obiettivo non è proseguire, in modi diversi, l’esperienza missina, ma di trasformarsi in una nuova Forza Italia, nella consapevolezza che la fine di Berlusconi porterà alla disgregazione del partito di plastica. Meloni avrebbe potuto sognare in grande e prepararsi a raccogliere l’eredità della Lega se Salvini dovesse deludere gli elettori continuando ad affidarsi a persone di scarsa qualità che non potranno garantire lo sviluppo del Paese. Invece ha scelto di sostituire Berlusconi e le sue Erinni, la corte dei miracolati più che dei miracoli”.

Nel panorama europee c’è un modello di destra sovranista e patriottica di governo a cui le forze politiche italiane dovrebbero guardare?

“Manca completamente, in Europa, un partito sovranista che sappia guardare alla politica continentale invece di limitarsi a curare l’orticello di casa. Non si comprende che le sfide globali richiedono risposte collettive. Invece ciascuno per sé ed alleanze solo  di comodo per approfittare dei vantaggi offerti dalla creazione di gruppi parlamentari. Se poi si aggiungono i casi di corruzione o le gravissime cadute di stile di alcuni esponenti della cosiddetta destra sovranista, il panorama appare tutt’altro che positivo. Senza dimenticare che in Paesi come la Danimarca la sinistra ha deciso di cavalcare il rigore contro gli immigrati ed in questo modo ha vinto ridimensionando drasticamente i sovranisti locali”.

Come giudica il dato di Marine Le Pen in Francia? E il lancio della giovane stella sovranista Bardella, capolista supervotato?

“Marine ha avuto un’occasione irripetibile alle presidenziali e l’ha sprecata sbagliando completamente la campagna elettorale. Non si è arresa e questo è stato un atteggiamento coraggioso premiato alle europee. Bardella può essere un’opportunità per il futuro del partito. Purché eviti gli errori di altri giovani leader emergenti europei. Emersi e poi spariti nell’arco di pochi o pochissimi anni”.

Il governo giallo-verde è in fibrillazione. Se dovesse trovare la quadra potrà indicare un commissario europeo e arrivare in posizione di forza all’elezione del prossimo presidente della Repubblica. E’ una buona ragione per auspicare che prosegua l’esperienza di governo?

“Deve proseguire per mancanza di alternative. La Lega ha sondaggi eccezionali ma non si sa ancora per quanto tempo. Risultati che verrebbero ridimensionati nel caso di un’alleanza con Berlusconi che insiste a rivendicare un ruolo determinante per Forza Italia anche se il voto dimostra che il partito procede verso l’estinzione. Quanto ai pentastellati, l’alternativa è un’alleanza con il Pd. Piacerebbe all’ala ottusa di Fico, ma non agli elettori. E se l’accordo giallo verde servisse per eleggere un presidente della Repubblica completamente diverso da Mattarella, allora sì, varrebbe la pena di proseguire l’esperienza nonostante la serie infinita di errori”.

Destre e cultura. Il fiorire di case editrici non allineate segna una maggiore attenzione dei cosiddetti riferimenti politici per le nuove elaborazioni culturali?

“Assolutamente no. Lo si vede nella composizione delle liste per le elezioni locali, lo si vede nelle iniziative dei “politici di riferimento” dopo aver conquistato scranni ed assessorati. Manca, ora come sempre, la capacità di incidere, di far squadra, di valorizzare la propria componente culturale”.

Nel panorama Rai c’è l’eccezione virtuosa del Tg2 di Gennaro Sangiuliano che spicca per pluralismo e attenzione per le culture non conformi. Il resto della programmazione?

“Il resto non è cambiato e non può cambiare sino a quando ciascuno gioca per proprio conto. Non si fa Sistema, non ci sono sinergie. E c’è sempre il terrore delle critiche dei giornalisti di quotidiani che nessuno legge più. Allora, per evitare critiche, non si cambia nulla”.

Una buona lettura da consigliare ai nostri lettori per l’estate, un testo per comprendere il nostro tempo?

““Il secolo asiatico?” di Parag Khanna. Dopo un XIX secolo europeo ed un XX secolo americano, il XXI può essere quello dell’Asia. Non soltanto la Cina, sempre più vicina non solo con la Via della Seta ferroviaria e marittima ma anche con l’espansione in Africa,  ma anche l’India, l’Asia centrale ex sovietica, l’Iran. Senza dimenticare la forza finanziaria degli Emirati. In Italia si trascura una realtà che è in rapida crescita in ogni settore”.

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Gerardo Adami

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