Musica. Il cavaliere degli asini volanti: con Luca Bonaffini una scalata verso l’essenza

Pasquale Panella diceva: “Sono cambiate tante cose, governi tremendi ci sono passati attraverso, ma la canzone è sempre rimasta, è la costante, c’è sempre stata, rassicurante e uguale, piena di senso”. Potrebbe essere la definizione enciclopedica adatta a descrivere l’idea di canzone, oppure, più in generale, adatta a dare un significato a ciò che è la musica. un prodotto di consumo che però ha sempre, nel bene o nel male, avuto un proprio senso, una propria direzione. Luca Bonaffini si inserisce in questa dinamica al punto tale che tramite una nicchia, ricercata, voluta e coltivata, produce senso ed esprime creatività.

Sette come i chakra, un percorso che conduce alla Trascendenza, può considerarsi tranquillamente un concept album, Il cavaliere degli asini volanti, un lavoro intimo che poggia su sette brani, come si diceva. Ciascuno di essi si svolge in un solco di tempo ben definito, con atmosfere da prateria, tradizione folk mai scomparsa, rimasta sottotraccia.

Bonaffini è un fuoriclasse ed un fuoriclassifica, nel senso che prende accuratamente le distanze da logiche orbitanti attorno al concetto di industria culturale. Partito con il botto, collaboratore e delfino di Pierangelo Bertoli, ha sempre cercato di superare qualsiasi dimensione culturale si rivelasse una strettoia, poiché guidato dall’energia, a più facce, della creazione artistica. L’eco del folk, una voce “calda e pulita” come la definiva il cantautore di Sassuolo, offre alla musica la sponda per trasmettere energia, concetti, mitologia e poesia. Co-prodotto ed arrangiato con il contributo di Roberto Padovan, l’album utilizza la musica come tramite, un mezzo per inscrivere l’ascoltatore in un percorso di riflessione sull’Universo, sulle leggi che lo determinano, nel momento in cui le frequenze interiori rivelano una connessione con l’Alto, la natura, la vita. Un concept libero da logiche di mercato, di vendita, di classifica, che recupera codici non allineati, riportando, attraverso uno stile che tranquillamente potrebbe definirsi “popolare”, un discorso sull’origine, arcaico (derivante etimologicamente da archè, principio). Fiato di un pensiero ragionevole, teso tra terra e cielo, che riflette l’intimo, connesso con l’universale.

Bonaffini rende giustizia alla volontà di compiere un percorso tramite l’arte, offrendo dignità al mezzo, al suono, con un’atmosfera new age che l’album propone (non a caso il cd è stato ispirato anche da un album inedito di musica reiki realizzato proprio da Padovan). Percorso a ostacoli verso la trascendenza, attraversa la materia per andare oltre.

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Stefano Sacchetti

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