La Lega di Matteo Salvini sbanca alle Europee. Il Carroccio è il primo partito con il 34,27%. Le posizioni critiche nei confronti di Bruxelles hanno pagato ed ora impegnano la pattuglia di eurodeputati salviniani nel declinare in parlamento le linee di “Prima l’Italia”.
Cresce anche Fratelli d’Italia: la Meloni supera lo sbarramento grazie ad una lista aperta, con le adesioni del conservatore Raffaele Fitto e il recupero di tanti pezzi della destra post An (da Andrea Augello al Mns di Alemanno e Menia, passando per Sergio Pirozzi). Il 6,4% è un risultato apprezzabile per la difficoltà con cui i meloniani hanno promosso una campagna elettorale schiacciata sulle liti tra Salvini e Di Maio. Forza Italia, con l’8,78% e Berlusconi eletto, segna il declino irrefrenabile del partito una volta cardine del centrodestra.
Centrosinistra senza alleanza
Il Pd risorge con l’innesto di Calenda nel motore, ma il 22,7% senza alleati oltre lo sbarramento, fotografa l’impossibilità di creare alleanze progressiste numericamente rilevanti. I liberisti di +Europa floppano di nuovo insieme agli antifascisti di Italia in comune. Disastro anche per la lista La sinistra (Rifondazione più vendoliani), mentre i Verdi prendono il 2%, ma non ottengono risultati al passo con gli altri partiti gemelli europei (come i Tedeschi o i francesi).
I piccoli a destra e sinistra
Poco soddisfacenti i risultati delle destre radicali (Casapound 0,33% e Forza Nuova 0,15%), mentre il partito comunista di Rizzo raggiunge lo 0,88% con una piattaforma no-euro, no Europa e no-Nato molto dissonante rispetto alle sinistre in ginocchio rispetto ai diktat delle tecnocrazie europee.