Sinistra. Dalla Ocasio Ortez a Sanchez: le icone sbiadite dei millenial progressisti

Ocasio Cortez
Ocasio Cortez

Karl Marx, in un passaggio poco noto del Manifesto del Partito Comunista ebbe un fugace ma quanto più sommamente veritiero anelito reazionario, quando disse, a proposito della borghesia, che essa «ha avuto nella storia una funzione rivoluzionaria. Essa ha lacerato senza pietà i variopinti legami che nella società feudale avvincevano l’uomo ai suoi superiori naturali, e non ha lasciato tra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, lo spietato “pagamento in contanti”. Essa ha affogato nell’acqua gelida del calcolo egoistico i santi fremiti dell’esaltazione religiosa, dell’entusiasmo cavalleresco».

(K. Marx – F. Engels, tr. ita. Palmiro Togliatti, Il Manifesto del Partito Comunista, Editori Riuniti, Roma 1964.)

In queste poche righe il filosofo tedesco descrive il ruolo che ebbe la Rivoluzione francese e, in questa, la borghesia nello scardinare il vecchio sistema. Ma, nello stesso tempo, Karl Marx indirettamente sembra mettere in guardia i comunisti del futuro circa il ruolo che la sinistra deve avere e le coordinate programmatiche che questa deve assumere per avere la guida del processo rivoluzionario.

La sinistra del XXI secolo ha platealmente occultato il messaggio marxiano, scambiando la lotta tra capitale e lavoro con quella dell’essere pro o contro i diritti civili, ovvero “i diritti borghesi della Rivoluzione Francese” secondo un comunista doc come Marco Rizzo.

L’esito imprevisto ma assai prevedibile – bastava leggere Augusto Del Noce – è che il socialismo reale – mai ufficialmente trasformatosi in comunismo – benché abbia fallito in quanto utopia, ha scardinato nichilisticamente l’etica e la morale, corrodendo dal di dentro ogni sorta di legame naturale familiare e sociale, lasciando l’individuo preda del “calcolo egoistico”, carne da cannone delle borse e delle multinazionali, della liquidità dei legami e della “magnifica” e tutt’altro che sicura “società aperta”.

Non stupisce, quindi, che la sinistra “fucsia”, termine coniato dal già citato Rizzo, ha il volto di omosessuali divenuti padri grazie al ricorso all’utero in affitto (sborsando centinaia di migliaia di euro) e di nuovi arrivati, come Pedro Sanchez, neo eletto presidente del consiglio spagnolo, che ha dichiarato che il suo «sarà un governo pro europeo» (https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/pedro-sanchez-spagna-storia.html) e che si ricorda per aver istituto la “Giornata nazionale del gay” (da degno allievo di Zapatero).

O come la leader statunitense del “socialismo dei millennials” Alexandra Ocasio-Cortez che, benché abbia espresso critiche verso la società capitalista, è assuefatta al cliché che spiega Corey Robin sul New York Times (https://www.commentarymagazine.com/articles/socialism-hot-right-now/) secondo cui per costoro «la vera visione del socialismo, è libertà» in salsa radicale e pannelliana. La priorità assegnata a tematiche quali: la difesa delle minoranze, dei diritti civili e la questione ambientale ne è la conferma più spietata.

Indicativo, in tal senso, è uno dei quesiti tipo che si pone la stessa Ocasio-Cortez: «È legittimo chiederselo, tutti gli scienziati sono d’accordo sul fatto che le vite dei nostri bambini saranno molto difficili e questo porta i giovani a porsi una domanda: è giusto continuare a fare figli?». (http://www.ilgiornale.it/news/politica/ocasio-choc-basta-figli-lambiente-1654327.html).

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Diego A. Panetta

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