La polemica. Se il caso politico del 2019 è il cognome Mussolini

Mussolini spariglia le carte. Cento anni dopo la Marcia su Roma, il noto politico è sulle prime pagine di tutti i giornali e si appresta a portare a casa un risultato elettorale molto positivo. Tranquilli però, non è Benito, ma Caio Giulio Cesare, il pronipote, che solo per il fatto stesso di esistere ha provocato uno scompenso cardiaco alla sinistra ben pensante italiana, la quale in gravissima crisi, non riesce proprio a sopportare che Lui, o per lo meno il suo patrimonio genetico, sia tornato.

Ciò che probabilmente sta facendo sbarellare è che questo Mussolini non è un urlatore cialtrone, ma una persona serissima, con un ottimo curriculum di studi e di professione, con la faccia pulitissima e un eloquio forbito. Caio Giulio Cesare non si vergogna del suo cognome, si fa un baffo delle ironie sul nome altisonante, si lamenta a gran voce perché Facebook nega la sua esistenza, spiazza i giornali mainstream presentandosi a testa alta in un partito di destra, Fratelli d’Italia.
A Torino, dove si teneva l’assemblea del partito meloniano, il discorso di Mussolini è stato attesissimo e non ha deluso certo le attese. Concetti forti, identità nazionale, ripartenza del sud.
Che dire? Il cognome Mussolini non è destinato a scomparire dalle cronache politiche italiane ancora per qualche anno.

Ps Silvio Berlusconi, per non essere da meno, ha invitato Alessandra Mussolini, figlia di Romano, a ricandidarsi alle Europee con Forza Italia

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Francesco Filipazzi

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