Il caso Gruber-Gandolfini. La scarsa tolleranza dei buonisti verso chi difende la famiglia

Massimo Gandolfini e Lilli Gruber

Non tutti gli interlocutori politici sono trattati alla stessa maniera nei talk-tv. In alcuni casi vengono letteralmente “maltrattati”. E’ il caso del professor Massimo Gandolfini su La7. Ecco una breve rassegna dei toni usati dalla conduttrice Lilli Gruber con l’esponente dell’associazionismo cattolico pro famiglia.

«Dott. Gandolfini, lei è tra gli organizzatori del tanto discusso Congresso mondiale delle famiglie […] ma da cosa è minacciata la famiglia?» inizia così lo show della conduttrice di Otto e mezzo, Lilli Gruber, ponendo la domanda tra il saccente e il beffardo, per poi proseguire poco più avanti  «ho letto nel programma che […] verranno trattati questi temi: la donna nella storia, salute e dignità della donna, tutela giuridica della donna… non pensa che ci dovrebbe essere anche un dibattito […] sulla crisi del “maschio” oggi?»; «Forse il problema dott. Gandolfini è che voi ritenete innaturali tutte le forme di unione che non corrispondono a quella che “voi” chiamate […] naturale, tra maschio e femmina… perché tutto sto’ paradiso che lei ci sta descrivendo purtroppo nella realtà non c’è e non c’è neanche nella realtà dei numeri […]»; per poi ritornare su di una domanda alla quale Gandolfini aveva già risposto, ma evidentemente la conduttrice, snervata dalle rispose impeccabili e mansuete del professore, non farà che porre nuovamente almeno un paio di volte, come una litania:  «perché non approfondite il tema dei femminicidi, perché non approfondite il tema della crisi del maschio, o forse lei non ritiene che ci sia crisi tra gli uomini?»; «mi scusi signor Gandolfini, la devo interrompere, “le donne” di meeting, convegni, dibattiti sulla bellezza, la loro dignità, il loro ruolo nella storia, nella famiglia credo ne abbiano abbastanza piene le tasche… “le donne” vogliono sapere perché gli uomini sono più aggressivi […] che mai, ed io voglio sapere da lei perché non mettete il focus sugli uomini, non continui a parlarmi delle donne, mi parli di voi uomini»;  non poteva poi mancare il riferimento al medioevo ed alla caccia alle streghe, figlie di quella storiografia smunta e lacera, ampiamente contraddetta, tra l’altro, anche da un certo Jacques Le Goff; la Gruber infatti, dopo che l’interlocutore gli aveva ricordato come Dante, Petrarca e Boccaccio o anche donne come Santa Chiara fossero figli di quell’epoca, sbotta: «la devo interrompere […] le devo ricordare che nel medioevo si bruciavano anche le streghe e forse per noi donne il medioevo non è proprio il periodo storico che vorremmo festeggiare […], io le dico che per la storia delle donne è stato un periodo negativo, poi ci sono state alcune “privilegiate”…»

«Il trattamento riservato dalla rossa di La7 al leader del Family Day, Gandolfini, è stato semplicemente disgustoso e abbiamo ammirato un autentico signore che non si è alzato per andarsene».  Con queste parole il direttore del Secolo d’Italia, Francesco Storace, scrive a commento di ciò che è accaduto negli studi di Otto e mezzo, nella puntata di sabato 23 marzo, che ha visto protagonista un concitato scambio di battute tra la conduttrice, tutt’altro che “terza ed imparziale”, e il professor Massimo Gandolfini, principale artefice degli ultimi due oceanici Family Day, nonché uno dei massimi protagonisti del Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo. Franco Bechis, dalle colonne del Tempo, aggiunge: «Un rogo mediatico, per dirlo con la conduttrice, davvero medioevale. Mai visto nulla di così violento in vita mia, sono davvero choccato».

Ma perché tanto astio da parte della Gruber? La tolleranza nei confronti di chi critica il pensiero unico e difende la famiglia evidentemente non alberga nei programmi mainstream.

Il professor Massimo Gandolfini, affabile ed educato, mostrando una completa padronanza dei temi di cui parla, con moderazione ha ricordato che la famiglia è per uomo e donna. Mai contro qualcuno o qualcosa ma sempre a favore della dignità di entrambi, che semmai promuove e valorizza, permettendo alla società di perpetuarsi. Inoltre, ha aggiunto che «la terribile e criminosa» piaga del femminicidio ci vede al 27esimo posto, tra le nazioni dove si registra questo macabro delitto, secondo una classifica stesa dall’Onu. «Prima della medioevale Italia, non ci sono lo Zimbabwe, il Burkina Faso o la Turchia, ma ci sono i paesi del nord Europa» felici e secolarizzati, dove il PIL e i diritti delle donne viaggiano a “percentuali” elevate. Forse, forse allora, qualcosa non torna?

@barbadilloit

Diego B. Panetta

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