Caso Battisti. Gioventù nazionale: “L’arresto del terrorista? Un bel giorno per l’Italia”

Cesare Battisti all'aeroporto al rientro in Italia dalla latitanza
Cesare Battisti all’aeroporto al rientro in Italia dalla latitanza

Cesare Battisti è un assassino. Un vigliacco, che non ha mai avuto il coraggio di prendersi la responsabilità delle sue azioni, che non ha mai pagato per i crimini commessi. Cesare Battisti non è un eroe, benché certa parte politica italiana lo abbia protetto, nascosto, mantenuto per oltre trent’anni. Cesare Battisti ha violato ripetutamente uno dei valori fondamentali nei quali abbiamo sempre creduto: la sacralità della vita. La vita è un dono e lui ne ha strappate via almeno 4, arbitrariamente, senza essersene nemmeno mai pentito.

Siamo soddisfatti, sì. Non abbiamo esultato per un uomo che va in carcere, ma per la vittoria dello Stato che manda nelle patrie galere un terrorista pluri-omicida. Vittoria dello Stato, come nell’arresto di Riina o Provenzano. Questo il senso della nostra azione. Piaccia o meno il tono goliardico dello striscione. Battisti è un delinquente assassino che si è fatto terrorista, realizzando così la migliore copertura possibile per le sue malefatte. Latitando per anni, andando in Tv con il sorrisetto sprezzante del dolore delle vittime e dei loro cari.

I più vecchi di noi oggi hanno meno di 30 anni. Non c’eravamo quando Battisti impugnava le armi, quando i Pac e gli altri terroristi insanguinavano le nostre strade. Eppure, non abbiamo fatto altro che portare avanti una battaglia che è sempre stata di tutta la destra e dei suoi giovani, del Fronte della Gioventù, di Azione Giovani, della Giovane Italia ed oggi di Gioventù Nazionale. Non rinneghiamo la storia di chi ci ha preceduto, ma gli chiediamo di prendere atto che intanto sono passati decenni, cambiati i linguaggi, la politica, la comunicazione e le modalità di azione. Possiamo capire chi, pescando nel cassetto dei ricordi della sua militanza giovanile, voglia ricordare un’altra storia, ma nel 2019 sarebbe il caso, finalmente, di provare a uscire da questi anni ’70 e di farlo tutti, una volta e per sempre.

Abbiamo chiesto a gran voce che i terroristi assassini scappati all’estero e protetti, spesso da regimi amici dei comunisti, come per anni è stato il Brasile di Lula, fossero rimpatriati per poter scontare le pene comminate. In molti ricorderanno le manifestazioni sotto l’Ambasciata brasiliana di Roma, a piazza Navona, tenute proprio di chi ci ha preceduto. Questo abbiamo fatto e continueremo a fare per poter vedere finalmente in galera tutti i terroristi ancora latitanti.

Oggi è un bel giorno per l’Italia intera e come tale andrebbe vissuto, senza polemiche strumentali, perché chi oggi critica, chi vuole essere per forza fuori dal coro e sentirsi ancora una volta felicemente accerchiato, forse solo per dimostrare di essere vivo, domani tornerà a chiudersi nel suo mondo, fino alla prossima volta nella quale deciderà di salire su un pulpito per dare giudizi. 

Noi, invece, continueremo la nostra battaglia contro il Nulla che avanza, magari sbagliando qualche volta, ma sempre con la stessa voglia di sfidare le stelle, con l’Italia nel cuore.

Noi siamo e saremo sempre dalla parte della Verità, della Giustizia, accanto alle famiglie delle vittime che forse da oggi potranno avere un po’ di pace. Noi siamo e saremo sempre con orgoglio i giovani con le scarpe sporche di fango e le mani pulite.

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