Il caso. Caio Mussolini: “Tre riflessioni sulla parabola di Battisti”

Il presidente del Brasile Bolsonaro e Cesare Battisti, terrorista italiano
Il presidente del Brasile Bolsonaro e Cesare Battisti, terrorista italiano

Apprendo dai media la notizia dell’arresto Cesare Battisti in Bolivia. Prima riflessione: questo Paese porta proprio male ai comunisti.

Iscritto al Pci e Fgci da giovane, divenne poi membro dei Proletari Armati per il Comunismo. Condannato all’ergastolo per banda armata e 4 omicidi, dopo essere evaso aveva ricevuto asilo come rifugiato politico in Francia, grazie alla vergognosa “dottrina Mitterrand” (sempre simpatici i nostri cugini francesi).

Così pavido da chiedere l’amnistia, dopo essere scappato nuovamente in Brasile e arrestato, il governo (di sinistra) di quel Paese ha per ben due volte negato l’estradizione in Italia, arrivando anche a scarcerarlo.

Seconda riflessione:  triste costatare che un Paese protegga nel 2018 un delinquente per questioni ideologiche.

Amnesty International, Vauro, Evangelisti, Gabriel Garcia Marquez, la scrittrice Fred Vargas, e addirittura un signore (non uso il sostantivo scrittore) chiamato Roberto Saviano assieme ad altri  “intellettuali” (di sinistra) si sono sempre schierati contro l’estradizione in Italia. Eh certo, in Francia Battisti aveva scritto dei libri.

Terza riflessione:   la legge non è uguale per tutti, ovvero il maiale è più uguale degli altri animali.

Ho visto dei post di Gentiloni e Renzi che gioiscono per l’arresto. Bene. Peccato che nel 2015 Alberto Torregiani (figlio di una vittima di Battisti e lui stesso costretto in carrozzina per colpa sua) abbia cercato di incontrare l’allora presidente del consiglio Renzi per mesi, per sollecitare un maggiore impegno nella risoluzione del caso, e Renzi non l’abbia mai ricevuto.

Concludo con un ringraziamento al Presidente Bolsonaro per questa sua iniziativa. Ora siamo noi a brindare!

 

Caio Giulio Cesare Mussolini

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