Musica. Arriva “Paradiso” di Mina: un songbook per Lucio Battisti dalle tonalità pop

Lucio Battisti e Mina

Un frammento ne indica la risonanza. Nella serie tv The Young Pope Lenny Belardo interroga la responsabile della comunicazione, con piglio filosofico, su quale, in diverse forme d’arte, fosse l’artista più importante. Non il più bravo, il più importante. Spuntano diversi nomi tra cui, alla fine, quello di Mina, alla voce di “più grande cantante italiana”. Aggiunge sarcastico Pio XII:

 “(…). Adesso lei sa quale è l’invisibile filo rosso che unisce tutte queste figure che sono le più importanti nei loro rispettivi campi? Nessuno di loro si fa vedere. Nessuno di loro si lascia fotografare”

Sull’assenza Mina ha fondato il proseguimento di una carriera. Assenza fisica, ma presenza costante nella dimensione della musica italiana. Ne ha toccato quasi tutti gli angoli, compreso l’underground (celebre la collaborazione con gli Afterhours in Tre volte dentro me e Adesso è facile in cui Manuel Agnelli realizza un featuring).

Il 16 di novembre torna sulla scena con un esperimento, un omaggio, il compimento di un progetto. Si intitola Paradiso, maestoso songbook composto da due cd e tre lp in vinile, contenente canzoni di Lucio Battisti, un omaggio che trae la sua origine in due album di cover precedenti Minacantalucio (1975) e Mazzini canta Battisti (1994). Celeste Frigo ha sapientemente riaperto i brani di Battisti, spesso rattrappiti dall’usura del tempo, donando loro un nuovo mix, condito con suoni elettronici. Rocco Tanica arrangia Vento nel vento, mentre Il Tempo di morire passa nelle mani di Massimiliano Pani. In aggiunta sono stati recuperati e riarrangiati con cura alcuni brani in spagnolo ed uno in francese.

Paradiso è la presa in carico artistica e umana di una voce che ha tracciato un solco nella storia della musica pop (non solo italiana) traghettandola verso territori emotivamente vasti che comprendono Lucio Battisti e Mina tra i cantanti del cuore. Due voci diverse, spesso tecnicamente in opposizione ma unite, intrecciate nel flusso continuo e bifronte che rende la musica leggera un prodotto dell’industria culturale e contemporaneamente la colonna sonora delle emozioni e degli umori dell’esistenza di ciascuno.

Per diversi motivi, commerciali ed esistenziali, sia Battisti, sia Mina hanno optato per la sparizione dalla luce abbagliante delle telecamere, preferendo il punto di vista della retrovia, della trincea. Nonostante questo gesto dal vago sapore iconoclasta, le loro vibrazioni hanno superato i confini delle classifiche.

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Stefano Sacchetti

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