Il caso. La scivolata di Salvini su Hezbollah: le critiche della Meloni e delle destre

Salvini in Israele
Salvini in Israele

La dichiarazione di Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega su Hezbollah, partito considerato dal politico lombardo al pari di un “movimento terrorista”, è stata commentata dalle varie anime della destra dopo le prime osservazioni puntuali mosse dal magazine Barbadillo sulla superficialità con cui sono stati sottostimati gli effetti di una presa di posizione scivolosa stante la guida italiana della Missione Unifil in Libano. Eccole in rassegna.

La Meloni contro Salvini: “In Siria ci sono i presepi grazie ad Assad e Hezbollah”

Se in Siria “è ancora possibile fare i presepi, se ancora è possibile difendere la comunità cristiana, è anche grazie” a un fronte nel quale ci sono il governo di Bashar al Assad, la Russia, l’Iran e anche “le milizie libanesi di Hezbollah”. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, risponde così al cronista che le chiede un commento sulla definizione di Hezbollah quali “terroristi islamici” data durante il viaggio in Israele, e poi confermata, dal vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno Matteo Salvini a proposito del movimento sciita. Il fatto ha suscitato la preoccupazione del ministero della Difesa per la sicurezza dei militari italiani impegnati nella missione Unifil proprio sul confine tra Libano e Israele. Quando si tratta di geopolitica e di questioni internazionali “le semplificazioni non aiutano“, spiega Meloni davanti Montecitorio a margine di una manifestazione FdI contro la fattura elettronica. “Non posso non pensare alle nuove vittime di un attentato terroristico, pare, in Francia- prosegue la presidente FdI- e non posso non ricordarmi che il terrorismo di casa nostra si ispira ed è spesso finanziato e sostenuto dall’Isis”. Isis che trova come oppositori in Siria “il governo di Assad, in un fronte nel quale ci sono la Russia, l’Iran e le milizie libanesi di Hezbollah”, ricorda Meloni. Detto questo “in Siria se è ancora possibile fare i presepi, se ancora è possibile difendere la comunità cristiana, è anche grazie a questo fronte”, conclude.

Il Primato nazionale, vicino a Casapound, esprime perplessità

“Le ultime affermazioni durante il viaggio in Israele lasciano alquanto perplessi. Evidentemente già si accredita da premier. Queste affermazioni, infatti, non solo sono prive di fondamento, ma sbilanciano gravemente la pur sempre equilibrata (e per questo in fin dei conti apprezzata) posizione dell’Italia in uno scenario già di per sé delicatissimo quale è quello appunto medio orientale o, per dirla con italica consapevolezza, del Vicino oriente. Le dichiarazioni del ministro Salvini sono molto più che un endorsement allo stato d’Israele, ma una pericolosa intromissione nella diplomazia estera italiana, che, seppur non immune agli scossoni dovuti alla sbandata, per non dire ignorante, classe politica nostrana, ha saputo tenere in piedi equilibri importanti, non solo nell’interesse nazionale, ma anche per la pace, lo sviluppo e la prosperità di nazioni fragili e con rapporti antichissimi con l’Italia: pensiamo appunto al Libano”.

Lealtà Azione: Salvini si fa “raccomandare dai poteri forti”

“Dopo qualche giorno vola in Israele e con disinvoltura si schiera contro hezbollah che, tra l’altro, è schierato con Assad nella lotta contro il terrorismo.
Che l’agibilità politica passi anche dai palazzi di Israele è abbastanza scontato, per lo più per chi ammicca ad una certa area.
Ciò che lascia perplessi è che chi si erge a baluardo contro i poteri forti, si vada a raccomandare proprio da essi, finendo col diventare più realista del re.
Forse l’elaborazione politica del ministro dovrebbe essere più progettuale e profonda e non limitarsi ad un tweet di poche righe su una situazione così spinosa come quella mediorientale”, scrivono i lupi sul loro blog.

L’abbaglio di Salvini su Hezbollah? Prima ci era cascato Storace 

Allora ministro degli esteri, Massimo D’Alema – in visita a Beirut nel 2006 – a braccetto con il deputato Hezbollah Hussein Haji Hassan (poi ministro dell’Agricoltura libanese) si fece scattare una foto come segnale di armonia anche per la missione italiana Unifil. A destra il gesto non fu compreso. E Francesco Storace, allora senatore, attaccò D’Alema definendolo “Dalemah” con motivazioni politiche molto deboli (qui sotto la sua intervista del tempo alla Repubblica).

@barbadilloit

Mohamed Salah

Mohamed Salah su Barbadillo.it

Exit mobile version