Non è fatto di oggi, questo. Tutt’altro. La prima a parlarne, al Fatto Quotidiano, fu Emma Bonino che fece una sorta di mea culpa ammettendo che tra il 2014 e il 2016 non si capì che quella del Mediterraneo era destinata a diventare un incubo costante e non l’emergenza di un’estate. In cambio di porte spalancate, l’Unione Europea avrebbe riconosciuto una maggiore flessibilità sui conti italiani.
Si tratterebbe, qualora fosse andata così, dell’uso politico di parametri finanziari ed economici da parte delle istituzioni comunitarie e della debolezza di un governo così accecato dalla necessità di dover tenere botta e galleggiare da lasciarsi dettare la linea in cambio di un po’ di respiro sui conti. Un vicolo cieco dal quale non si esce e che non depone bene né per Bruxelles né per l’ex governo italiano.