La storia. L’ex operaio Ilva: ha la liquidazione, non il lavoro. “Ora che faccio?”

Operaio Ilva
Operaio Ilva

Ieri ho viaggiato con un ex operaio #Ilva #Taranto, uno di quelli che hanno scelto la buona uscita. “Dopo 16 anni di fabbrica, da oggi sono disoccupato”, mi ha detto. I compagni di viaggio sconosciuti servono a questo, a sfogarsi. “Ho 75mila euro in tasca e due anni di disoccupazione”, ha scandito più per dare coraggio a se stesso che per informare me. Aveva gli occhi persi, risparmiava sulle parole, come risparmierà quella buona uscita che a malapena servirà ad estinguere il mutuo sulla casa. E poi i due anni di salario minimo che passano veloci.
Non gli ho detto che ci sono passato. Rispondere ai guai degli altri con i propri guai è infantile ed egoista. Ma so dove guardano gli occhi di chi perde il lavoro: sono puntati verso quel limbo che non è né passato né futuro. Un Purgatorio contenuto in una domanda unica e ossessiva “ora che faccio?”. Sapete perché l’Italia è un paese indegno? Perché non rispetta il lavoro, perché premia i furbi e punisce gli onesti. Favorisce l’ozio e castiga l’operosità. Perché è pieno di occhi dignitosi che dicono “ora che faccio?”. (da Facebook)

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Gianni Svaldi

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