Focus Western. La saga dello sceriffo Wyatt Earp: nessuno può avere un amico migliore

Wyatt Earp
Wyatt Earp

Continuando nella leggendaria galleria degli eroi del West realmente esistiti e che il cinema western classico aveva celebrato sotto forma di mito per ridimensionarli con connotati realistici attenti a una analisi storica soprattutto con il periodo del western revisionista. 

Si tratta della “trasformazione”  di un personaggio epocale del West, il suo nome era Wyatt Earp analizzandolo attraverso gli occhi del cinema fordiano sino ai nostri giorni. Di lui il giornalista William Barclay “Bat” Masterson (1853 – 1921) disse “Nessuno può avere un amico più leale di Wyatt Earp, nessuno un nemico più pericoloso” , Wyatt Berry Stapp Earp (1848 – 1929) fu nell’immaginario collettivo negli anni della Frontiera americana tutto ciò che si sarebbe potuto essere vivendo in quel contesto: agricoltore, conduttore di diligenze, cacciatore di bufali, gambler, ladro di bestiame, pugile, minatore, giudice di pace, gestore di saloon, vicesceriffo e successivamente sceriffo in varie città della Frontiera, cercatore d’oro e anche consulente cinematografico dei primi western hollywoodiani dove ebbe modo di fare amicizia con alcune stelle di quel periodo come Tom Mix, William S. Hart e anche con un giovanissimo John Wayne. 

Ma l’attività che lo rese famoso consegnando la sua leggenda a Hollywood fu quella di sceriffo nella città di Tombstone nel 1881. Il 26 ottobre 1881 si svolse uno dei più importanti fatti di sangue della storia del West, la sparatoria all’O.K. Corral, un fatto entrato nell’immaginario collettivo in forme differenti dal fatto reale.

Nell’episodio erano coinvolti da una parte i tre fratelli Earp, Wyatt e Morgan (1851 – 1882), Virgil (1843 – 1905) che vennero affiancati da John Henry “Doc” Holliday (1851 – 1887) un ex dentista diventato giocatore d’azzardo e pistolero e dall’altra una banda di ladri di bestiame che faceva capo ai fratelli Clanton Joseph Isaac “Ike” Clanton (1847 – 1887), suo fratello Billy (1862 – 1881), dai due fratelli Frank e Tom Mac Laury (1848 e 1853 – 1881) e da Billy Claiborne (1860 – 1882).

La sparatoria durò circa trenta secondi in uno spazio chiuso, poco più che un recinto per cavalli, i colpi esplosi furono trenta e sul terreno si contarono tre morti, i due fratelli Mac Laury e Billy Clanton mentre i feriti furono tre, “Doc”, Morgan e Virgil mentre Wyatt rimase illeso. I superstiti della banda Clanton fuggirono.

In sé lo scontro a fuoco non fu di certo tra i più spettacolari dell’epoca ma la leggenda ce lo ha tramandato in mille sfaccettature diverse. Di certo non fu una sfida tra i “buoni” e i “cattivi” in senso manicheo, ma semplicemente due fazioni armate l’una contro l’altra in lotta per il controllo assoluto della città di Tombstone.

Alcuni storici dicono che i motivi del conflitto vanno cercati nelle divergenze politiche e ideologiche dei due clan, nella considerazione dei cittadini di Tombstone, che a seconda della fazione che sostenevano vedevano gli Earp come dei damerini che si riparavano dietro il distintivo, che condannavano o assolvevano basandosi sulle simpatie e gli interessi personali, arroganti verso la legge, intoccabili nella gestione del gioco di azzardo e della prostituzione, sfruttatori di operai cinesi indifesi o dei Clanton visti come una masnada di assassini, ladri di bestiame, ubriaconi rissosi e violenti fuori controllo. Ancora oggi è difficile capire chi fosse dalla parte giusta e forse la ragione stava da ambo le parti.

A differenza di quanto ci racconta il western dell’epoca classica, la faida tra gli Earp e i Clanton continua dopo lo scontro a fuoco all’O.K. Corral, perché gli affiliati al clan di Ike Clanton tesero un agguato a Virgil e uccisero Morgan a tradimento colpendolo alle spalle mentre giocava a biliardo. Wyatt per vendicare il ferimento del fratello e la morte dell’altro fratello dà il via a una vera e propria guerra personale, si mette a capo di una posse formata da Doc, Warren e altri affiliati. Il risultato sarà di quindici morti di cui quattro uccisi per mano di Wyatt Earp, l’abbandono dell’Arizona da parte di Earp. Ike Clanton il responsabile riuscì a sfuggire a Wyatt Earp per poi morire ucciso durante una rapina, “”Doc” morirà di tisi a 37 anni in Colorado, Virgil continuerà a fare lo sceriffo in Nevada, morirà nel 1905 per una polmonite, Wyatt e sua moglie si trasferiranno in California, dove l’ex marshal morirà nel 1929. Nonostante gli scontri a fuoco di cui fu protagonista non fu mai colpito o sfiorato da un proiettile.

Alla vicenda di Wyatt Earp sono stati dedicati moltissimi film a cui si aggiungono le apparizioni nelle serie televisive, produzioni ispirate a lui e non ispirate alla sparatoria. La prima rappresentazione cinematografica del celebre sceriffo è nel film muto Wild Bill Hickok del 1923 diretto da Clifford Smith, con Bert Lindley, mentre l’ultima risale al 2012 con Wyatt Earp – La leggenda.

Il film che rappresenterà la quintessenza del western classico e sarà considerato un modello per la mitologia western che nella realtà non è mai esistita e che ha fondato l’etica americana e sto parlando di Sfida infernale del 1946, diretto da John Ford. La traccia del film fu fornita dallo stesso Wyatt Earp prima di morire agli sceneggiatori Sam Engel e Winston Miller, anche John Ford durante i suoi incontri con l’ex sceriffo aveva sentito la storia dello scontro a fuoco all’O.K. Corral. Il film è uno dei meno accurati storicamente, a partire dalla data in cui si svolge, per il numero dei morti sia prima che durante lo scontro e per una gestione dei personaggi del film inventata. Le intenzioni di Ford erano di girare un film western mitico in cui i buoni sono davvero i buoni e i cattivi sono veramente cattivi, l’arrivo degli Earp, in una città in preda al disordine rappresenta la metafora della civilizzazione del pioniere, che mantiene la correttezza morale diventando sceriffo per senso di responsabilità.

Ad interpretare il ruolo di Wyatt è Henry Fonda, in cui interpreta un Wyatt Earp incorruttibile, onesto, legato alla famiglia, un personaggio in cui si fondono tutte le caratteristiche del Sogno Americano, indifferente al gioco d’azzardo e allo sfruttamento delle prostitute del saloon, apolitico e lontano dai propositi di vendetta. 

Il Wyatt del film di Ford risparmia la vita al padre dei Clanton il quale dopo che ha perso tutti e quattro i figli compie un gesto inconsulto che provoca la reazione di Morgan che lo uccide. Victor Mature nel ruolo di “Doc” interpreta il perdente che trova il riscatto morendo nella sparatoria. Ford inserisce altre digressioni sugli affetti familiari e personali dei protagonisti, Ford unisce melodramma, tragedia e anche dei siparietti comici, come le disavventure di Wyatt dal barbiere, l’equilibrismo di Wyatt sulla sedia sotto il patio. Il film di Ford è la celebrazione dell’uomo onesto che si batte per la giustizia e il progresso, il film vuole rappresentare il trapasso della frontiera dall’età selvaggia e brutale con la nascita di una nazione retta da leggi giuste, per farlo però non racconta la vera storia della faida tra gli Earp e i Clanton, ma scrive una pagina western favolistica e romantica priva di zone d’ombra. Tutta la vicenda è uno scontro tra famiglie, in cui i Clanton sono legati ancora a un mondo violento di sopraffazione e gli Earp proiettati nel futuro. 

Wyatt Earp diretto da Lawrence Kasdan fu un autentico flop, all’epoca si rischiò lo stesso effetto devastante che era seguito al film I cancelli del cielo  con la differenza che il film di Cimino oggi è stato rivalutato e considerato un capolavoro. Il film di Kasdan è una pellicola lunga, introspettiva e nichilista che copre l’esistenza del protagonista sino alla già citata sparatoria. Il film segue l’adolescenza di Wyatt educato ai valori della famiglia al rispetto della legge, segue poi il tentativo di arruolarsi nell’esercito, il primo matrimonio e la perdita della prima moglie che contrae il tifo e la crisi che ne segue che lo portano a commettere una serie di atti illegali come le rapine cui segue il carcere con la condanna all’impiccagione e l’intervento di suo padre che lo aiuta ad evadere. E poi le varie professioni svolte fino all’incontro con un emaciato John Holliday fino alla nomina di sceriffo assieme ai fratelli della comunità di Tombstone e la faida con i cowboy del clan di Ike Clanton. Tutto scivola verso la sparatoria e la “Vendetta” viene narrata attraverso un breve riassunto, nel finale ritroviamo Wyatt assieme alla nuova compagna Josie in viaggio verso l’Alaska, con l’ex marshal che si domanda come la gente in futuro avrebbe raccontato i fatti accaduti.

Come era avvenuto in Silverado anche questa produzione si rivela un fritto misto dove c’è tutto il West, ma Kasdan non era il regista adatto per rendere memorabile la vicenda di Wyatt Earp. Lunghezza eccessiva, ritmo compassato, frammentarietà, mancanza di spettacolarità, l’interpretazione statica di Kevin Costner che ha sempre la stessa espressione ne fanno un film malinconico in cui Wyatt non è né un eroe classico né un eroe “revisionato”, è un personaggio in balia degli eventi, individualista che si porrà al di sopra della legge inimicandosi le cognate che lo vedono come un maniaco del concetto “oltre la famiglia il nulla” rendono il film inferiore a Tombstone per quanto riguarda non solo i guadagni al botteghino ma anche per la valanga di “Razzie Awards” ricevuti, il film è prolisso e non coinvolge il pubblico. L’epica del west viene appiattita in prosaica realtà, lo scontro a fuoco si riduce a una rissa a base di insulti e qualche colpo di pistola. Lo scavo psicologico dei protagonisti è ben lontano dai lavori precedenti di Kasdan come Il grande freddo o Gran Canyon, l’aderenza alla realtà non è totale e comunque banalizza tutto il film privandolo della tensione necessaria ai film western, quando anche il mito va fuori gioco e il revisionismo non porta a concetti nuovi allora è la fine per il genere western.

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Giovanni Di Silvestre

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