Politica. Deficit e reddito cittadinanza, Rampelli furioso: “Governare non è una burla”

Di Maio e Salvini

“Il giubilo di ministri che si affacciano dal balcone come se il popolo avesse sconfitto una dittatura lascia di stucco. Si può essere giovani senza essere coglioni, l’amministrazione dello Stato non è una burla e piazza Colonna non è Plaza de Mayo e nemmeno piazza Di Maio”.

Ci va giù durissimo Fabio Rampelli nel commentare gli ultimi sviluppi della querelle relativa alle politiche economiche del governo gialloverde. L’esponente di Fratelli d’Italia ha parole durissime contro l’ampliamento del deficit e tuona: “Abbiamo sempre rivendicato la necessità di superare i parametri europei, aumentare il deficit per tagliare le tasse (tassa piatta, appunto), sostenere lo sviluppo dell’economia, produrre ricchezza, far crescere le aziende, abbattere il costo del lavoro, attrarre investimenti, finanziare opere di manutenzione sistematica delle nostre infrastrutture e del territorio, realizzare opere pubbliche, risanare le periferie, abbattere il costo dell’energia, riprenderci i gioielli di famiglia svenduti, creare occupazione e consumi. Ma cumulare altri debiti, in una nazione indebitata fino al collo, per alimentare la spesa improduttiva e fare assistenzialismo puro non è cambiamento, spedisce la nostra economia nel burrone”.

Rampelli non lesina stoccate al reddito di cittadinanza: “Tutto questo per dare 780 euro al mese a un esercito di persone nullafacenti, senza nemmeno preoccuparsi di colmare l’ingiustizia perpetrata nei confronti di categorie di lavoratori che hanno sgobbato per quarant’anni e percepiscono una pensione d’importo inferiore a questo assurdo sussidio. Alla faccia della giustizia sociale”.

Quindi aggiunge: “Negli anni dell’indebitamento pubblico c’erano l’Iri, la Cassa del Mezzogiorno, le partecipazioni statali che affiancavano le aziende e difendevano i marchi d’eccellenza italiani dalla svendita agli stranieri, si sono costruite autostrade, ferrovie, porti, aeroporti, trafori, aerei, navi, reti di telecomunicazioni, case popolari, siamo andati nello spazio e avevamo un esercito di massa, facevamo mangiare, bere e dormire centinaia di migliaia di soldati in caserma, ma a nessuno di quei vituperati e incapaci governanti della Prima Repubblica è mai venuto in mente di fare una montagna di debiti per distribuire soldi agli angoli delle strade. A memoria l’ha forse fatto qualche dittatore sudamericano prendendo in cambio la libertà dei cittadini”.

Un avvertimento, o forse qualcosa di più, Rampelli lo rivolge a Salvini: “Siamo preoccupati per questa deriva e rammaricati nel constatare che la Lega Nord sulla finanziaria ha perso la sua partita, perché non è stata capace di spiegare a Di Majo & co che alzare il rapporto deficit/Pil al 2,4% investendo tutto sulla crescita avrebbe rappresentato una rivoluzione vera, avviato una grande stagione di protagonismo italiano, consentito di dare sostanza al sedicente governo del cambiamento. Invece l’Italia, se non affonderà, galleggerà ancora. La nostra pattuglia di parlamentari – conclude Fabio Rampelli –  darà battaglia per spostare quei miliardi aggiuntivi, che ci metteranno in conflitto con l’Ue, interamente sulla crescita, aggredendo senza pietà le nefaste marchette elettorali grilline che rischiano di vanificare la prima seria alzata di scudi verso Bruxelles e Berlino“.

Ruud Gullit

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