Focus (di G.deTurris). Il peso della Lega nel governo? Si misura da come combatterà contro il pensiero unico

Matteo Salvini in una visita nel Cara di Mineo

Fra poco saranno trascorsi i primi fatidici cento giorni del governo Lega-Cinquestelle, e un giudizio approssimativo si potrà dare, considerando il modo contraddittorio con cui è stato accolto da chi si pone a destra o nel centrodestra. A parte i giudizi che si hanno su Lega e M5S in se stessi e il connubio ibrido messo in piedi (infatti è un “contratto” – trovata pentastellata per governare a ogni costo, e non una alleanza) si devono guardare i fatti, ciò che in concreto la destra della compagine, cioè Salvini, riuscirà a realizzare  e ottenere e come bilancerà una certa demagogia giacobina di fondo dei grillini su certi temi. Il suo attivismo e il non aver peli sulla lingua fa sperare, anche se i “moderati” forzitalioti (quasi fossero un contraltare di Gentiloni) storcono il naso, e si vedrà appunto entro la fine dell’anno, il cammino che la Lega compirà: alle politiche ha ottenuto il 17 per cento, cioè quasi la metà del M5S con il 32 per cento, alle amministrative è arrivata  mediamente intorno al 25 per cento, e nei sondaggi sulle intenzioni di voto a giugno anche al 31, assorbendo soprattutto gli elettori di Forza Italia ma anche di Fratelli d’Italia e del Movimento, tutti in calo. Il che appare ovvio: Salvini ha fatto suoi temi e valori di “destra” e i delusi degli altri due partiti si rivolgono a lui sperando che non sia solo propaganda.

Ora dal nostro punto di vista la Lega, che non è più quella di Bossi e della Padania come si è visto al raduno di Pontida a inizio luglio,  durante questa sua esperienza a nostro parere dovrà soprattutto puntare su quel che il centrodestra nel suo complesso durante i tre governi Berlusconi 1994-2011 è stato assolutamente incapace di sviluppare, come abbiano sempre scritto: cioè una vera e propria strategia culturale per consolidare la base elettorale dal punto di vista razionale e non solo umorale ed emozionale lavorando a più livelli. Una base di idee convincenti e non solo di protesta. Sulla incapacità o il disinteresse del centrodestra su questo piano nazionale e locale abbiamo scritto non si sa quanti articoli e interventi a vuoto. Il ministro o l’assessore alla cultura è stato considerato sempre un minus cui nessuno dei partiti del centrodestra era seriamente interessato. Chi ha ricoperto queste cariche non ha lasciato traccia di sé, a parte rare eccezioni locali che confermano la regola. Per un esempio generale basti pensare a Formigoni che è stato governatore della Lombardia per venti anni (tanti quanti il fascismo) e non ha mai organizzato una strategia culturale locale dopo la prematura scomparsa di Marzio Tremaglia.

Certo si aveva tutta l’intellighenzia contro, tutti i “grandi giornali” contro, tutta la televisione contro. E quando qui sono stati proposti programmi affidati a giornalisti o intellettuali di centrodestra non si sono scelte le persone più adatte e messe in pratica le idee migliori, con il risultato che la Sinistra ha potuto dire che non esistono uomini di cultura di destra veramente capaci. Ma questo non  giustifica affatto la mancanza di una strategia complessiva nel settore.

Dopo venticinque anni la situazione forse sta cambiando per uno di quegli inaspettati colpi di coda di cui la Storia, che non è una freccia unidirezionale, ogni tanto è capace, stavolta sulla spinta di situazioni sociali emerse con drammaticità, ma anche a causa della inadeguatezza della cultura di Sinistra a farvi fronte, nonostante strilli e strepiti. I segnali si moltiplicano e le assurde “crociate antifasciste” dimostrano a contrario qualcosa: la paura di un cambiamento. Inoltre, a dispetto del disinteresse dei politici che hanno pensato solo agli yes-men, è cresciuta anche una nuova generazione di giornalisti e intellettuali di destra e centrodestra indipendenti, colti e capaci di tener testa ad una Sinistra vecchia e imbolsita ma sempre arrogante, del tutto usurata, nonostante  le uscite di un Saviano, il guru di un solo libro, che trovano spazio ed eco, la quale pensa di avere ragione sol perché insulta e alza la voce.

Si pensi ai firmatari dell’appello dell’11 maggio contro il governo M5S-Lega dopo il fallimento delle trattative con il PD, un po’ il simbolo della situazione. La Sinistra per così dire “movimentista” ha raschiato il fondo del barile e tirato fuori le sue mummie dai sarcofagi o risuscitato zombi per mettere insieme quei nomi. E’ la dimostrazione pratica del loro declino. Ormai non fa più presa sulla cosiddetta “società civile”, cioè la gente comune, come dimostrano i risultai delle amministrative di giugno dove la Sinistra ha perso in Toscana, suo feudo con Emilia Romagna e Umbria, diverse storiche roccaforti. Toccherà ai nuovi sindaci dimostrare che gli elettori non hanno sbagliato scelta, compito da far tremar e i polsi ma non impossibile se si amministra bene un comune guardando ai problemi dei cittadini.

Quindi la Lega al governo e il centrodestra in provincia devono avere una chiara strategia e soprattutto coraggio di affrontare le proteste della Sinistra unita cui fanno da amplificatori i giornali. 

Si pensi allora al caso di Verona. Qui è stata fatta la proposta di intitolare una via ad Almirante, come si era deciso a Roma ma dove la sindachessa grillina, nonostante il voto favorevole anche del M5S, ha fatto una disonorevole marcia indietro, dopo le proteste della comunità ebraica. Ma è stata addirittura fatta la proposta di dedicarne una a Julius Evola. Questa volta è stato l’assessore competente a dire di no con la risibile scusa che Evola non ha  nulla a che vedere con la città! Non si sa se ridere o piangere considerato che detto assessore è un “moderato” di Forza Italia! Gli ululati della Sinistra sono giunti sino alla Luna. Due strade dovrebbero ricordare un esponente del “razzismo biologico” ed del “razzismo spirituale” ci si è indignati. Ma sono gesti simbolici che servono a indicare come il vento stia cambiando, che esiste anche una cultura che non è di sinistra e da sempre oscurata. 

E si pensi all’opposto al caso di Acqui Terme. Qui nelle comunali del 2017 per una manciata di voti ha prevalso un sindaco grillino contro il sindaco uscente di una lista civica di centrodestra, dato che  i grandi strateghi di Fratelli d’Italia hanno pensato bene di non votarlo pensando, sotto sotto, di ottenere chissà cosa dai Cinquestelle. E  infatti una delle primissime cose che questi hanno fatto è stato metter mano al prestigioso Premio Acqui Storia cominciando a dare il benservito ai giurati più sgraditi e mettendo al loro posto personaggi dell’Anpi locale. Il primo pensiero, dunque,  quello di carattere culturale. 

 In questa situazione fluida e inaspettata, non ci si deve far intimidire dalle parole d’ordine della Sinistra, sempre uguali dal 1945 – fascista, nazista, razzista – per metterti con le spalle al muro. Non  sanno dire altro e ci siamo abituati: Salvini, dopo l’ultimo raduni di Pontida è diventato che “il nuovo Hitler” con tanto di fotomontaggio. Nientemeno! Non Assolutamente privi del senso del ridicolo….  Almirante, come  è stato scritto e detto per il caso di Rona fu, pensate, “segretario di redazione del Manifesto della difesa della razza”. Anche qui risum teneatis… Almirante fu segretario di redazione della rivista La difesa della razza, non del Manifesto del 1938 che venne redatto da dieci docenti e scienziati, due dei quali – nessuno se lo ricordava – hanno una via intitolata a Roma che sempre la sindachessa all’improvviso ha scoperto esistere su suggerimento non si sa bene di chi e che ha affermato di voler cassare (se poi lo farà non è dato sapere, ma intano vale l’ “effetto annuncio”).

A tale proposito a tutta questa gente bisogna ricordare almeno un fatto eclatante che anche qui nessuno ama ricordare e che dimostra come certe campagne siano a comando e mirate. Esiste a Roma, e forse anche in altre città, una Via Gaetano Azzariti, che fu il primo presidente della Corte Costituzionale della Repubblica antifascista dopo le polemiche dimissioni di Enrico De Nicola nel 1967. Illustre giurista, ovviamente, ma nessuno sa o rammenta che fu anche qualcosa d’altro in precedenza: il presidente nel 1938 del… Tribunale della Razza durante il Regime fascista… Cioè, una persona che non si limitò a teorizzare come Evola o a scrivere articoli (anche contro Evola) come Almirante, ma che in base alle leggi dell’epoca giudicò, emise sentenze, comminò sanzioni e pene, condannò…. Qualcosa di ben più grave che esporre idee, tesi, teorie, o no? Eppure nessuna pensa di cancellare il suo nome su una targa stradale, o a rimuovere il suo busto che fa bella mostra di sé al Palazzo della Consulta. E questo pure dopo una polemica uscita sulle pagine del Corriere della sera e quindi rese il fatto di dominio pubblico e non limitato a pochi specialisti omertosi. Polemica messa a tacere. Per meriti democratici che superano evidentemente quelli fascisti… Ma la regola non vale per tutti.

Perché, dunque, Azzariti si assolve, Evola e Almirante no? La strumentalizzazione è evidente e questo si dovrebbe ricordare alla Sinistra ed ai “moderati” in certe occasioni.

Quel caso specifico e particolare dimostra che ci deve essere una strategia complessiva e coordinata, da farsi ai livelli alti e ai livelli bassi. Se a Napoli la demagogia del sindaco De Magistris (che i napoletani si sono scelti due volte e quindi fatti loro) decide dopo cento anni di cancellare la via dedicata a Vittorio Emanuele III senza che nessuno fiati o quasi, perché i vari   sindaci di destra o centrodestra non decidono coordinandosi di dedicare vie a nomi ancora  “politicamente scorretti”? Sarebbe un piccolo segnale che l’aria politico-culturale sta cambiando, nonostante le intemerate di Saviano, il manifesto degli intellettuali raccogliticci, gli editoriali di Ezio Mauro, i moralismi a senso unico di Pierluigi Battista, il moderatismo “liberale” di Forza Italia. Se escono libroni intitolati Nazitalia in cui si indaga come mai il Belpaese si sia “riscoperto fascista”, malgrado gli allarmismi eccitati ed esagerati, vuol dire che, appunto, l’atmosfera complessiva pian piano si sta modificando. Il tempo passa, le generazioni pure, esiste la Rete (che non è appannaggio della sola Sinistra), e non sempre ha ragione chi fa la voce grossa, amplificata da certa stampa e certa televisione e  mobilita i “centri sociali” coccolati e protetti anche se illegali. Per non parlare dell’improvviso accanimento giudiziario che ricorda troppo quello subito da Berlusconi.

Pensiero e azione

Bisogna avere però una strategia, stabilire le priorità, capire dove si vuole incidere, fare un passo alla volta non sempre eclatante. Scegliere le persone giuste e preparate e non solo con la tessera giusta in tasca. Come ho ricordato varie volte, il cavalier Benito diceva: “La tessera non dà l’intelligenza”…

Vedremo, dopo tante delusioni e promesse mancate, che cosa sarà capace di fare la Lega che nel governo giallo-verde ha in mano anche, non dimentichiamolo, il ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica, il cui titolare, tanto per cominciare, ha deciso che si costituirà parte civile nei processi contro coloro che, studenti e loro genitori, aggrediscono gli insegnanti. La rossa Fedeli, autrice di un manuale gender a uso e consumo delle scuole (lo metta in agenda, signor ministro) non lo avrebbe mai fatto.                                                                                    

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Gianfranco e Turris 

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