Politica. Sarà un autunno caldo: lo spread incombe, Di Maio reagisce

Nubi nerissime si infilano, ordinate e minacciose, all’orizzonte. Se ne parla da mesi, ogni minimo movimento “sospetto” fa sobillare i rilevatori politici. È lo spread che incombe. In questa sonnacchiosa vigilia ferragostana, è già schizzato a 275 punti. Ciò accade mentre, tanto distante da noi, la Turchia del pascià Erdogan stramazza al punto che il presidente ha implorato i suoi cittadini a lasciar perdere la malandata liretta turca e a far incetta di oro, dollari e beni surrogati del denaro.

Insomma, a Instabul è una catastrofe. Qui da noi, in tutt’altro contesto, spira l’aria (poco) quieta che preannuncia la tempesta.

Così Di Maio, in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, mette in chiaro la questione: “Se qualcuno vuole usare i mercati contro il governo, sappia che non siamo ricattabili”. La discesa in campo del socio di maggioranza del governo gialloverde non è un diversivo per contendere al (rumoroso) socio di minoranza Salvini le prime pagine dei giornali. Anche perché, a dirla tutta, erano stati i leghisti a paventare quella che i giornaloni già profetizzano quale “la tempesta perfetta”.

L’autunno, perciò, è alle porte. La destabilizzazione dello scenario mediorientale con il traballare dell’economia turca e, dall’altro fronte, la possibilità di un attacco (l’ennesimo) all’Italia.

Careca

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