Il caso (di P.Buttafuoco). L’astro dem Zingaretti e il concomitante declino di Paese Sera

Una prima pagina di Paese Sera, giornale declinante

Il giornalismo “novecentesco” è moribondo. La definizione – ma anche la teleologia applicata in Italia – è di Enrico Mentana, pronto per il suo progetto editoriale digitale. E in quel che resta nelle esequie di sì nobile opificio delle idee c’è l’ovvio paragone con i due modelli ideologici di riferimento nei partiti politici – il Pd e FI boccheggiano – trascinati, così come quei fortilizi di carta, nel tramonto un ben preciso modello anche industriale.
Tutto di formazione & mobilitazione, l’epica ruggente.
Quanto di mesto modernariato l’epilogo.
E non tanto per l’Unità o per Il Popolo, le due testate organiche ai due partiti di massa da tempo defunti – il Pci e la Dc – quanto per i giornali fiancheggiatori. Quale per esempio l’Ora, il quotidiano di Palermo la cui ragione sociale è risolta nell’emancipazione dei siciliani dalla Mafia, felicemente custodito nella storia di tutti. Oppure il suo fratello romano, Paese Sera, la cui funzione, nell’occhiuto controllo del centralismo democratico del Pci – dare coscienza, ancora prima che voce, all’erigenda borghesia capitolina – giusto oggi inciampa in un contrappasso da “generone”.
Ebbene sì, quell’umanità di intermediari più che di imprenditori illuminati, quella dei film di Alberto Sordi (e dei fratelli Vanzina, per filiazione), se l’avventura di Luca Parnasi – il costruttore finito agli arresti per lo Stadio della Roma a Tor di Valle – incontra Alessio D’Amato, pupillo di Luca Zingaretti, fiore all’occhiello del Pd derenzizzato, per chiudere con 100.000 euro d’investimenti, una sceneggiatura malinconica: la fallita operazione editoriale del Nuovo Paese Sera, diventato mensile.
“Una storia d’intrecci e soldi” ha scritto diffusamente e con cognizione Giampiero Calapà, sul Fatto Quotidiano, lunedì scorso.
Tutti i dettagli sono nella sua esaustiva pagina e quella trama di giri di denaro nel 2013 fatti di otto transazioni tra il mensile e la cooperativa Annales vicina all’astro nascente del Pd (se mai ci sarà rinascita) non è solo un capitolo tra i tanti guai che sta passando Parnasi ma la commedia di un’inevitabile arcitalia capovolta rispetto ai buoni propositi e alle altrettanto buonissime intenzioni.
Un canovaccio accuratamente nascosto dagli altri giornali (tutti evidentemente post-novecenteschi se poi nessuno vuole raccontare l’impresa editoriale di D’Amato).
Un copione di vite in parallelo, in fondo. Ma è il solito doppiopesismo: con la storica testata del Pci – proponendosi tra i soci della proprietà, per poi chiuderla – D’Amato è tale e quale Valter Lavitola che il fu l’Avanti!, il glorioso foglio del Partito Socialista, lo traghettò da Berlusconi per poi dismetterne le rotative nel tramonto di palazzo Grazioli.
E così il Nuovo Paese Sera, chiuso giusto nel principiar dell’astro Zingaretti. 
(Da Il Fatto Quotidiano del 6 agosto 2018)

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