Libri. “Con la mafia ai ferri corti” di Cesare Mori: una ristampa essenziale

Cesare Mori

Questo libro parla di Mafia, di Sicilia, di Bisacquino.

Quando ero bambino mio padre mi parlava di Vito Cascioferro, capo mafia di Bisacquino, diventato famoso per il delitto del detective italo americano Joe Petrosino, ma soprattutto mi parlava del prefetto Cesare Mori e di come in una notte con una retata, che coinvolse i paesi limitrofi, bonificò il territorio dalla presenza della criminalità organizzata e senza tema di smentita posso affermare che in alcuni paesi la bonifica ancora oggi permane.

In tutti i libri che parlano di mafia viene citato o riportato in bibliografia questo libro che Mori pubblicò, ma dalla data della sua prima uscita, nessuno ha mai pensato di ripubblicarlo. Avendo avuto la fortuna di averne una copia originale dell’epoca fra le mani, ho pensato di farne una nuova edizione, con l’aggiunta di un saggio introduttivo di Nunzio Lauretta, una postfazione del profondamente siculo Pietrangelo Buttafuoco, una appendice fotografica di foto e documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Pavia e messi a disposizione dai tanti amici che mi hanno fornito con entusiasmo il loro materiale ed il loro aiuto, una cronologia, principalmente dedicata a Cesare Mori, con qualche incursione in vicende postume che ho ritenuto interessante aggiungere perché collegate alla storia dell’antimafia ed alla mia esperienza personale, una bibliografia, per la maggior parte estrapolata dal lavoro del professore Giuseppe Tricoli “Il fascismo e la lotta alla mafia”. Per questo lavoro ho dovuto consultare alcuni testi scritti da storici di diverse estrazioni “politiche” ho letto i giudizi più contraddittori, ho letto i pregiudizi più contraddittori. Una osservazione ed un confronto oggettivo dei fatti storici danno ad ogni uomo libero da preconcetti un quadro preciso dei periodi storici ed il suo impegno nel contrasto al fenomeno della criminalità organizzata. Mori operò e tornò vivo a casa sua, mentre i criminali rimasero in galera. Nel dopoguerra tutti quelli che hanno agito nel nome dell’antimafia e quindi per il bene comune, nei fatti, sono stati tutti uccisi e le cronache giudiziarie di questi giorni hanno confermato una trattativa Stato-mafia ed un depistaggio nel processo per la strage di Via D’Amelio dove persero la vita il Giudice Borsellino e la sua scorta. Paolo Borsellino l’ho incontrato e ho avuto il piacere di ascoltare un suo intervento pubblico a Siracusa, nel Settembre del 1990, in occasione della festa del Fronte della Gioventù, Paolo Borsellino e la sua scorta li ho visti per l’ultima volta il 19 luglio del 1992 in via D’Amelio ed ho visto come questo Stato ha permesso che uno dei suoi figli, nonché uno dei suoi più fedeli servitori fosse ucciso nel modo più feroce e criminale. (Dai “Ferri corti” si è passati ai “Patti larghi, anzi larghissimi”)

Il libro è stato consegnato in tipografia, per la stampa, il 19 luglio perché le date hanno sempre un significato. Come ha un significato la data del 9 maggio del 1924 e del 1993 perché in questo giorno, di anni diversi, Mussolini e Papa Giovanni II ad Agrigento hanno pronunciato parole di riscatto per la Sicilia.

Per acquisti francescociulla@hotmail.com

Francesco Paolo Ciulla

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