Il caso. Famiglia Cristiana copia Rolling Stone e cerca (disperatamente) nuovi lettori attaccando Salvini

Vade retro, tenebroso Salvini. La copertina del numero estivo di Famiglia Cristiana ha regalato alla rivista dei comboniani una visibilità che, forse, erano anni che non aveva più. Giornalisticamente, è un colpo da maestri. Il vecchio trucco dei due piccioni con una sola fava: accreditarsi nel mainstream dei più buoni, facendo parlare (per giorni) di sé. Sperando, così, di far schizzare in alto i severi monitoraggi dei circuiti della distribuzione.

Il giornale dà conto, nella versione online, delle critiche e dei complimenti ricevuti dai lettori sull’iniziativa di coraggiosa denunzia politico-esorcistica. Il punto, in realtà, non è nemmeno questo. Ma un altro. E sta nella messe di reazioni che, almeno sui social, Famiglia Cristiana non aveva mai suscitato prima.

Al momento in cui scrivo, il post di presentazione della copertina ha raggiunto la cifra (mostruosa) di 4.616 commenti, 2.542 condivisioni e 2.846  tra like e faccine varie. Ma non basta perché la polemica ha rivitalizzata tutta la pagina: persino sotto il post del santo del giorno si arriva a numeri impensabili, c’è gente che si scanna, metaforicamente, sotto San Simeone lo Stilita (uno che per inciso notoriamente amava il prossimo, al punto da andarsi a ricoverare sopra una colonna altissima e restarci per 37 anni senza parlare con nessuno).

Sono cifre clamorose, queste, considerando che – solo qualche settimana fa  – non si andava oltre i 200 like. Roba che, dovesse tradursi in copie vendute, garantirebbe alla rivista un incasso d’altissimo livello. Giù il cappello, perciò, davanti alla strategia editoriale e commerciale di Famiglia Cristiana.

Un po’ miope, ci sia concesso, è la scelta sotto il profilo culturale e politico. Perché mette la rivista in posizione di subalternità rispetto a testate che già da qualche tempo, (ultima Rolling Stone), hanno avviato la Santa Crociata contro quel demonietto verde di Salvini. Offre, semmai, copertura ideologica alla battaglia di chi al cristianesimo non crede per nulla. Per intenderci, semplificando fino all’osso, è dar ragione a quelli che – orfani del paradiso socialista e materialista – hanno riscoperto in Gesù Cristo un marxista ante-litteram. Con effetti che talora sanno farsi addirittura comici, paradossali.  Anche per “colpa” della cronaca recente.

Mai visti tanti cattolici duri e puri agitare lo spettro della pedofilia davanti agli arcobalenisti che, a loro volta, di quello spettro avevano fatto grimaldello efficacissimo. Ciò a dimostrazione della liquidità, anzi, della gassosità delle idee al tempo di Facebook e della crisi del pensiero. Idee a cui nessuno crede più. A parte i social media manager.

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Alemao

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