Politica. Giampaolo Rossi, un anarca sulle tracce di Junger nel cda della Rai

Giampaolo Rossi, neo consigliere d’amministrazione della Rai

Esistono vittorie politiche, fatte di capacità, cicli e circostanze; e quelle si contano coi voti. E poi esistono vittorie diverse, metapolitiche; ma non nel senso funzionale e gramsciano che tutti conosciamo; sono vittorie fatte piuttosto di anime, qualità e senso. Per questo non troverete qui il curriculum di Giampaolo Rossi, eletto qualche giorno fa ai vertici della Rai nel cda di viale Mazzini. Più che altro due righe di soddisfazione, personali, avendo fatto un pezzo di strada assieme, e di una comunità sradicata e diffusa, per il riconoscimento di un percorso culturale e umano di rara chiarezza.

Ben prima che Saviano si prendesse il fastidio e l’onore di lettore e censore jungeriano, alcuni di noi, dieci anni fa, leggevano un blog semiclandestino dedicato all’Anarca; qualcuno dietro la tastiera dei primi media alternativi italiani cercava di leggere la realtà di oggi con gli occhi vivi non di un mero intellettuale, ma di un uomo di pensiero; perchè questo è il grande merito di Giampaolo, di essere, un po’ come il protagonista di Eumeswill, un uomo capace di vedere; ossia radicato nella cultura, e per questo libero, di essere, di osservare e capire. Soprattutto la modernità, in tutta la sua devastante accelerazione tecnica e burocratica.

Non è un caso che fosse il presidente di Rai Net a celarsi dietro l’Anarca, ad interrogarsi e interrogarci sulle chiavi di lettura che Junger ci ha lasciato per affrontare le immense potenzialità immaginifiche e le tremende voragini nichiliste della nostra epoca.

Ernst Junger

Il blog dell’Anarca è poi cresciuto diventando altro; una delle pagine on-line de Il Giornale più seguite; un insieme di editoriali di altissimo spessore soprattutto nella ricerca delle fonti. Il Giampaolo Rossi giornalista ha dimostrato in questi anni come la destra sia in grado di raccontare la realtà in modo alternativo al mainstream globalista senza scadere nel mero populismo privo di riscontri, numeri e fatti.

Un esempio di successo editoriale che il nostro ambiente dovrebbe continuare a sviluppare affinché categorie politiche oggi vincenti come quella del “sovranismo” non finiscano per rivelarsi vuoti contenitori di mode passeggere e interessi altri.

Oggi il ritorno in Rai. Ai vertici di quella che dovrebbe essere l’azienda pubblica per eccellenza. In un momento storico complicato dove, soprattutto in Italia, continua l’indistinto e grigio intreccio fra pubblico e privato, fra Res Publica e individuo atomizzato, fra bene comune e libertà della persona. L’Anarca in conclusione torna in campo, per poter affrontare l’ennesima prova che assedia il nostro Bosco.

@barbadilloit

Giacomo Petrella

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