La lettera (di S.Craxi). Perché all’Italia serve una riforma presidenzialista

Riportiamo la lettera che Stefania Craxi, presidente di Riformisti Italiani e già sottosegretario, ha indirizzato al direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, sul tema caldissimo delle riforme istituzionali

 

Caro Direttore, sfido chiunque, qualsiasi sia la sua posizione sulle vicende di questi giorni, a sostenere tesi a difesa degli attuali assetti istituzionali del Paese. Comunque la si pensi c’è qualcosa che non va nel nostro architrave e con il passare degli anni – anzi, dei decenni – le difficoltà sono sempre più stridenti. Se ‘Tangentopoli’ ha lasciato sul campo macerie che non sono state sgombrate e contraddizioni profonde al nostro sistema politico ed istituzionale, la stagione del bipolarismo maggioritario a costituzione invariata, ha acuito, com’era del tutto prevedibile, le storture del sistema e lo ‘spread’ tra costituzione ‘materiale’ e ‘formale’.

Un vuoto in cui si è infilato di tutto. Non c’è nulla di nuovo in questa analisi, senonché, ancora una volta, la questione ‘riforme’ viene largamente e diffusamente sottaciuta. Continuiamo tutti insieme, politica e media, a comportarci come stolti che guardano al dito anziché alla luna. Se analizzassimo con attenzione i fatti, se fossimo in grado di recepire la lezione della storia scevri da logiche di parte e dalla cultura del tifo che già negli anni ’70 si è impossessata della materia costituzionale, capiremmo che senza un’evoluzione coerente della nostra democrazia, i default di sistema si presenteranno in forma sempre più acuta, continua e drammatica.

Nessuna democrazia occidentale, né tantomeno nessun paese europeo, ha da così tanto tempo aperto questo capitolo senza risolverlo. Abbiamo confidato, specie agli albori della seconda repubblica, nelle virtù taumaturgiche dei meccanismi elettorali, più volte e ripetutamente invocate nel corso degli anni, senza prendere atto che la sola legge elettorale non può dare le risposte che ci attendiamo e di cui necessitano le nostre Istituzioni per un corretto funzionamento. Possono indirizzare i comportamenti elettorali, delle forze politiche, ma non ‘normalizzano’ il sistema. Anzi, ne possono finanche aggravare i mali. Il tema della ‘forma di governo’ è pertanto il cuore delle nostre questioni. Non mi illudo certo che sia la materia dei prossimi mesi viste e considerate tanto le contingenze quanto le urgenze, ma è un nodo insoluto che, alla prima occasione, anche dopo un nuovo voto e con una nuova leggere elettorale, non mancherà di ripresentarsi con tutta la dirompenza del caso.

Non c’è dubbio che l’esperienza viva dell’ultimo quarto di secolo, quanto le richieste ed il modo di intendere la democrazia da parte dei nostri cittadini – che richiedono più protagonismo, partecipazione ed istituzioni stabili e rappresentative della loro volontà – ci porta verso soluzioni semi-presidenziali che, a mio avviso, ridarebbe anche ruolo e funzione ai partiti. Ma il punto, ormai non è neanche questo. È piuttosto compiere una scelta consapevole ed assicurare, nel quadro dei valori e dei principi condivisi e costituzionalizzati, se non una ‘democrazia governante’ una ‘democrazia governabile’. Serve a tutti gli attori in campo. Ma soprattutto, serve all’Italia.

Stefania Craxi

Stefania Craxi su Barbadillo.it

Exit mobile version