L’intervista. Mauro Cerilli, il martello italiano colpisce nelle MMA

A suon di colpi si è guadagnato il soprannome di “the hammer” (il martello)  e dallo scorso 25 novembre è campione dei pesi massimi in Cage Warriors, una delle maggiori promotion di MMA in Europa: stiamo parlando di Mauro Cerilli, uno degli atleti di spicco nel panorama delle arti marziali miste in Italia.

Mauro nel tuo ultimo match ti sono bastati 16 secondi per difendere il titolo Cage Warriors e mandare KO il promettente Moore. Con queste ottime premesse “the hammer” smetterà mai di colpire?

Sul mio ultimo match posso dire di aver iniziato solo adesso a colpire, quindi non ho intenzione di fermarmi proprio ora; voglio giocarmi tutte le mie possibilità nel migliore dei modi avendo ancora tre o quattro anni di carriera: i miei avversari sono avvisati!

C’è nel tuo bagaglio una tecnica di striking o di grappling che preferisci? Se si qual’è?

Una delle tecniche di striking che ultimamente mi riesce meglio è l’overhead, l’ho sempre avuto ma adesso l’ho affinato. Per quanto riguarda il grappling invece sono molto bravo a tenere posizione dalla side o dalla mezza guardia. Sono delle transizioni importanti e che a me vengono quasi spontanee.

Alla luce della tua esperienza consiglieresti ai giovani di intraprendere un percorso di crescita nelle MMA?

Sicuramente consiglio a tutti i ragazzi di fare esperienza in questo nuovo sport emergente ma al tempo stesso mi sento in dovere di mettere in guardia i più giovani poiché ci sono molti “maestri” che improvvisano. E ciò è dovuto al fatto che le MMA sono diventate una moda e questi “maestri” pur di tirar su due spicci tengono delle lezioni con degli esercizi i quali non fanno altro che lesionare le articolazioni degli allievi. Per questo metto in guardia i ragazzi che in assoluta buona fede si fidano ciecamente dei loro insegnanti.

https://www.youtube.com/watch?v=Z2PlX5JdKT8

Quali sono i futuri progetti per la tua carriera? Tenuto conto anche del necessario ricambio generazionale dei pesi massimi UFC, c’è una possibilità di vederti nella promotion americana?

Penso di aver dimostrato alla UFC di essere all’altezza dei loro pesi massimi, non mi sento inferiore a nessuno e penso di giocarmela con tutti. Ciononostante non ho la presunzione di dire che arriverò al titolo UFC adesso però non si può mai sapere. Io, come ho sempre fatto, continuerò ad andare in gabbia con la convinzione che si parte sempre alla pari. L’obiettivo è di fare in ogni match il mio gioco poi si può vincere e si può perdere. Diciamo che mi preparo prima a perdere e quando sei pronto a perdere la vittoria arriva quasi sicuramente. Spero quindi che la UFC mi dia la chance di dimostrare tutte le mie qualità.

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