Il punto. Votare per i patrioti e poi ricostruire (in fretta) la casa degli identitari

Un bosco di tricolori
Un bosco di tricolori

Si vota per l’identità. Una scelta chiara, netta, declinata – come ben conoscono i nostri lettori – dal nostro impegno editoriale quotidiano. Nelle urne la scelta è tra chi vuole l’approvazione dello Ius soli, la cessione di ulteriori pezzi di sovranità nazionale ed economica, e la cancellazione delle tradizioni e chi invece ritiene che il patriottismo possa essere un fuoco virtuoso per rigenerare la comunità nazionale. Non sono enunciazioni di principio, ma programmi e impegno parlamentare: l’indirizzo che condividiamo è quello di rompere con tutti i luoghi comuni del politicamente corretto, per ritornare a dare voce alle comunità nazionali, in nome di un patto trasversale e interclassista, che coniughi il genio italiano con lo spirito del tempo, inteso come modernità che piega la tecnica al bene nazionale.

Dalle urne, con una legge controversa, verrà fuori un quadro politico anni ottanta: tutti sosterranno legittimamente di aver vinto, ma in realtà il peso delle forze patriottiche risulterà determinante (non in chiave più o meno governista) ma per dare forma plastica delle reali istanze popolari ai rappresentanti in Palazzi sempre più gelidi e distanti.

Laura Boldrini icona mondialista

Con una affermazione (numerica e politica) delle forze sovraniste e patriottiche i governanti non potranno più sbandare verso visioni eterodirette e antipopolari incarnate dalle icone mondialiste come Laura Boldrini ed Emma Bonino. C’è la possibilità di rimettere in gioco le forze migliori di un popolo. Subito bisognerà dare forma materiale ad una grande Casa delle identità. Per fare, ancora una volta, nostro, il motto di Martin Heidegger: “Cammini, non opere”.

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