“È evidente il tentativo di legittimare a colpi di sentenze il suicidio assistito e tutti coloro che propongono la legalizzazione di questa barbara pratica. Qualora la Corte dovesse valutare che il reato di aiuto al suicidio viola i diritti costituzionali dei cittadini si aprirà anche in Italia la strada che porta alle cliniche della morte. Noi restiamo convinti che la magistratura non possa esercitare tali forzature sulla legislazione italiana”, prosegue Gandolfini.
“Da medico aggiungo che se assumiamo il concetto che il suicidio non è un reato, anche quando si tratta di un malato stabilizzato da anni e non in fase terminale, dobbiamo far sapere ai medici dei pronto soccorso italiani che un suicida non deve essere salvato ma accompagnato alla morte”, aggiunge Gandolfini.
“Si trasforma un evento tragico, doloroso, che è sempre un gesto disperato, in un bene tutelato dal diritto. Siamo allo stravolgimento del significato stesso della virtù umana”, conclude il leader del Family day.