Musica. Punto di non ritorno, Massimo Morsello vent’anni dopo

Morsello-punto-di-non-ritorno[1]Nel 1996 Massimo Morsello riuscì a balzare agli onori delle cronache, ripreso anche dalla grande stampa nazionale, perché era riuscito ad organizzare una tournée di Enrico Ruggeri in Inghilterra. Era stato al centro di roventi polemiche, sempre oltre Manica, per un concerto del noto jazzista Romano Mussolini e, dulcis in fundo, aveva pubblicato un CD, “Punto di non ritorno”, al quale sarebbe stato associato un concerto, trasmesso a Roma e Milano, in diretta da Londra.

Per celebrare quell’album che ha segnato una vera svolta nella definizione artistica di Morsello, la Rupe Tarpea lo ha ripubblicato, con l’aggiunta della traccia “Scusate ma non posso venire”, che era anche il titolo del concerto di cui sopra.
In questo periodo di antifascismo indotto, è molto interessante ripercorrere quelle vicende, per capire che la storia si ripete, molto spesso come parodia di sé stessa. La vicenda di Morsello è emblematica, accusato di terrorismo senza essersene mai macchiato, latitante a Londra, si ricostruisce una vita ma viene continuamente attaccato dai giornali italiani. Massimino, come era soprannominato, aveva infatti superato quello che era il suo punto di non ritorno che, come spiegato sulla custodia del CD, “In gergo militare è identificato con il punto limite oltre il quale non è più possibile per un velivolo tornare alla base con le sole riserve di carburante previste a bordo. Il pilota che supera il punto di non ritorno può fare affidamento esclusivamente sulle proprie forze, deve confrontarsi con l’ignoto, affrontare la navigazione in mare aperto, cercare nuove audaci soluzioni alla conclusione del suo volo”. Massimo Morsello era giunto infatti  “in una condizione più unica che rara di totale alterità rispetto al consumarsi in una tranquilla esistenza borghese, all’accettare i ritmi e compromessi di una esistenza normale, o al semplice “farsi riassorbire” dopo una giovinezza inquieta”.

La stampa si interessò dunque, trovandosi però di fronte qualcuno in fin dei conti totalmente diverso dall’immagine stereotipata del neofascista che già si proponeva a tambur battente. L’archivio Lorien contiene una folta rassegna stampa al riguardo, che riporta articoli di Corriere della Sera, Il Messaggero, l’Italia Settimanale, accanto a pubblicazioni di area.

Per la cronaca, il concerto in diretta poi venne vietato. A Milano fu permessa una proiezione registrata, mentre a Roma vennero invece vietate le immagini e venne permesso solo l’ascolto dell’audio. Questo 2017, alla fin fine, non è poi così straordinario.

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Francesco Filipazzi

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