L’intervista. Tubani (Acs-Italia): “Anche a Natale saremo al fianco dei bambini di Aleppo”

Duecento milioni. E’ questo, stando agli ultimi rapporti, il numero di cristiani perseguitati in tutto il mondo. Acs-Italia (Aiuto per la Chiesa che soffre) è uno dei pochi focolai impegnato nella strenua difesa dei cristiani dimenticati e dei deboli, soprattutto in Iraq e nella Siria multiconfessionale, funestata dalle primavere arabe e dall’arrivo di Daesh. Massimiliano Tubani, responsabile Ricerca e Pubbliche Relazioni Acs, ci ha raccontato l’attività di Acs.

Come nasce e di cosa si occupa il vostro progetto?

“ACS è stata fondata nel 1947. Dopo la seconda Guerra Mondiale ha aiutato i cristiani perseguitati dai regimi comunisti oltre la Cortina di Ferro. Oggi è una fondazione pontificia che sostiene le comunità cristiane flagellate dal terrorismo islamico o dai regimi totalitari che violano la libertà religiosa. Si stima infatti che siano circa 200 milioni i cristiani perseguitati o discriminati in tutto il mondo. Attualmente siamo presenti in 23 Paesi con altrettante Sedi nazionali, e realizziamo progetti (circa 5.000 in 150 Paesi del mondo nel 2016), consistenti principalmente nella costruzione e manutenzione di edifici di culto, nel sostegno e nella formazione dei religiosi e nell’aiuto ai mass-media cattolici. Nelle aree in cui la pastorale della Chiesa è impedita da gravi crisi umanitarie i progetti riguardano anche i bisogni primari delle popolazioni coinvolte”.

Di cristiani perseguitati in Siria e in Iraq si parla troppo poco. Perché?

“In Europa la secolarizzazione ha indebolito la nostra comunità cristiana, e la maggior parte dei mass media è espressione di una cultura tutt’altro che cristiana. Le drammatiche vicende delle minoranze religiose (non solo cristiane) non sempre riescono ad emergere mediaticamente, e quando si guadagnano uno spazio nelle news del giorno non vengono esaminate in modo adeguato. Questo riguarda il Medio Oriente, ma non solo. A ciò si aggiunga la realtà compromissoria che caratterizza buona parte dell’azione politica dei maggiori attori internazionali, per cui le esigenze di tutela di queste minoranze inevitabilmente scendono in fondo alla scaletta delle priorità”.

Putin ha recentemente promesso di ricostruire i siti religiosi dei cristiani in Siria. 

“Ogni rappresentante politico è chiamato a prendere una posizione chiara e concreta sulla crisi mediorientale. Ben venga la ricostruzione dei siti religiosi, così come ogni altro intervento teso a permettere una vita dignitosa a quanti hanno sofferto solo perché professano una fede oggetto di avversione. La priorità tuttavia è che i maggiori Paesi coinvolti comprendano che la pacifica presenza delle comunità cristiane rappresenta un fattore stabilizzatore e un efficace antidoto contro il virus dell’ideologia politico-religiosa di matrice islamica”.

Quali sono i vostri piani per il futuro, soprattutto in vista di Natale?

“Per Natale abbiamo lanciato una grande campagna per la città siriana di Aleppo. I progetti sono tre. Anzitutto nutriamo neonati e bambini. I nostri benefattori assicureranno mensilmente latte in polvere a 2.850 bambini al di sotto dei 10 anni. 250 neonati riceveranno latte appropriato per loro. Una confezione di latte in polvere costa il corrispondente di 5 euro, un prezzo insostenibile per molte famiglie se consideriamo che il reddito medio mensile è di circa 50 euro. Il secondo progetto riguarda l’Ospedale Saint Louis, affidato alle suore di San Giuseppe dell’Apparizione. L’obiettivo è assicurare l’acquisto di materiale sanitario e generatori elettrici che consentiranno alle apparecchiature di funzionare nelle ore di blackout che ancora si verificano. Il terzo progetto riguarda infine la ricostruzione dell’asilo delle suore di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso. I lavori consentiranno di rimetterlo in funzione, assicurando ad almeno 50 bambini un luogo dove studiare e giocare”.

Chi è interessato, come può aiutarvi? 

“Visitando il nostro sito acs-italia.org e, se vuole donare, cliccando sul tasto “Dona ora”. Grazie e buon Natale!”.

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Francesco Petrocelli

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