Il caso. Nuova piroetta di Flavio Tosi: addio all’area filorenziana, torna nel centrodestra

Flavio Tosi
Flavio Tosi

«Nel centrodestra creeremo una coalizione di forze che si riconoscono nel modello del 1994. Ora ci sono le condizioni e lo dimostra anche la posizione di Silvio Berlusconi». L’ex sindaco di Verona Flavio Tosi torna nel centrodestra, dopo la sbandata tra i filo-renziani nell’ultima parte del suo mandato da primo cittadino e nelle comunali dove sosteneva la compagna Patrizia Bisinella. Il comportamento di Tosi è apparso ai più incomprensibile e legato alla personalissima sfida lanciata (e persa) contro Salvini: in passato era stato infatti un esponente politico attento alle destre radicali, al punto da candidare nelle sue liste rappresentanti del mondo identitario.

Un anti-Salvini senza voti

«Nel centrodestra ci sono visioni diverse: chi vuole vincere le politiche, cioè Silvio Berlusconi, che punta a riaggregare, e chi guarda solo la bottega personale, come Matteo Salvini. Credo quindi che prevarrà Berlusconi, anche nel sentire della gente. Ci saranno Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia, insieme a una nuova aggregazione di soggetti territoriali. Non so ancora con che nome ci presenteremo, ma sarà qualcosa che riproponga le liste civiche, perché aggregandole si riprende chi non va a votare. Lo dimostra il fatto che a livello locale l’affluenza sia maggiore, perché i partiti tradizionali sono romani». Pur essendo a capo di un movimento monolocale, presente solo a Verona, Tosi attacca Salvini, di cui è nemico giurato dopo la sua fuoriuscita dalla Lega. Di fatto Fare!, la sigla tosiana, andrà ad intrupparsi nel soggetto centrista ipotizzato da Berlusconi: una casetta nella quale far ritrovare i tanti che hanno appoggiato il centrosinistra in questi anni e adesso postulano un ravvedimento.

Legge elettorale

Tosi difende infini l’attuale legge elettorale, in particolare quella per Palazzo Madama. «Spero che non cambi. Se c’è una cosa positiva è il sistema elettorale: così com’è adesso la maggior parte di chi viene eletto al Senato lo sarà direttamente, i territori avranno quindi i loro rappresentanti. La gente saprà chi elegge, e chi verrà eletto risponderà direttamente al territorio», conclude l’ex sindaco di Verona.

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Hans-Peter Briegel

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