Sicilia. Se Totò Cuffaro fa il regista e sogna l’ammucchiata FI più Pd

cuffaro il registaIl buono e il cattivo tempo lo fa lui, in Sicilia. Sempre lui. Totò Cuffaro cuce e scuce le coalizioni mettendo lo spago ma lasciando agli altri l’obbligo dell’ago. Sì, perché se la crisi del simbolo di Forza Italia a sostegno dell’umanista ex Pd Fabrizio Ferrandalli, candidato sindaco di Palermo alternativo a Leoluca Olrando e cinque stelle, l’ha risolta lui, qualcosa vorrà pur dire. Scendendo in campo e presentandosi addirittura con Gianfranco Micciché a casa dello stesso Ferrandelli.

Chiamatela pure arte della persuasione, chiamatela come volete. Il punto è che chi lo voleva fuori dai giochi ora deve fare i conti con la sua verginità ritrovata di politico e stratega. Un centista d’altri tempi, che ha pagato i suoi conti con la giustizia e che ora può dispensare palloni in qualsiasi parte dello scacchiere. Pur non giocando, tuttavia. Su di lui incombe infatti la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici.

Il regista

Sulla stampa locale c’è già chi lo ha incoronato da tempo, con tanto di copertina stile Time, quale “regista” neanche tanto occulto della politica isolana. A Emanuele Lauria di Repubblica Cuffaro ha però confessato di sentirsi più a suo agio a giocare sì a centro campo, ma davanti la difesa: a smontare l’azione degli avversari e favorire la costruzione della fase d’attacco: «Io regista? No, quando giocavo a pallone facevo il mediano. Fatica e corsa. Non posso segnare, perché non posso votare e candidarmi a causa della condanna, ma magari posso mandare in gol altri».

La mediana scudocrociata

Resta il dubbio se Cuffaro intende la mediana da calciatore o da rugbista. Pare infatti che alle amministrative palermitane voglia giocare da apertura: gioco alla mano in campo aperto – quello ferrandelliano, va da sé –, campo in cui si possono trovare anche gli acerrimi nemici di ieri. Non è lontano il tempo il cui il giovane candidato sindaco di Palermo faceva lo sciopero della fame per chiedere le dimissioni di Cuffaro dalla Presidenza della Regione. Che oggi prendano biscotti e tè assieme è tutta un’altra storia.

Mediano di mischia alle Regionali. Guarda avanti Totò-vasa-vasa, così come l’ha battezzato Gian Antonio Stella.  Per arginare i cinque stelle, pensa a un gioco muscolare e pesante, tanto quanto la vecchia Democrazia cristiana di cui lui è orgogliosamente nostalgico. E sulla lavagnetta dello spogliatoio prepara già lo schema: «La Sicilia, se Renzi vincerà le primarie del Pd, diventerà laboratorio di un’alleanza di moderati, dai dem a Forza Italia. Il candidato giusto per me è Roberto Lagalla (già magnifico dell’Università palermitana, nda)», ha detto a Repubblica.

Pruriti sovranisti

Ipotesi da brividi nella schiena per Nello Musumeci e per la destra del centrodestra. «Se è Cuffaro il regista di questa coalizione io non mi riconosco in questa coalizione. Ognuno si assumerà la responsabilità delle scelte compiute. È un fatto anche di etica e di galateo politico-istituzionale», ha detto a LiveSicilia.

Lombardo assolto

Della serie a volte ritornato. Per la cronaca, venerdì scorso la corte d’appello del tribunale di Catania ha assolto l’altro ex governatore siciliano, l’autonomista Raffaele Lombardo, dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, condannandolo però a due anni per voto di scambio. Nel 2012 si era dimesso a seguito dell’incedere dell’inchiesta, aprendo di fatto le porte all’elezione di Rosario Crocetta e alla scalata del centrosinistra in Sicilia.

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