Politica. Consigli (non richiesti) a Salvini per dare forma al “patriottismo del coraggio”

Matteo Salvini a Porta a Porta con Bruno Vespa
Matteo Salvini a Porta a Porta con Bruno Vespa

Salvini, hai sbagliato sigla. “Lega dei popoli”? Ma dài… La parola popolo non vuol dire più niente. Al massimo si porta addosso un sentore di bar di periferia dove si guarda la partita stravaccati, o, addirittura, sarcasmo irresistibile, evoca quei momenti di allegra convivenza tra etnie in cui il nigeriano fa i suoi balli tipici in costume, e poi a ruota il russo, il filippino, il finlandese. Tutto molto bello. Tutto molto lontano – anni luce – dalla chiarezza e distinzione che serve oggi a chi vuole fare politica. A meno che… A meno che popolo non sia la traduzione del… ma no, non può essere!… del termine “Volk”?… Ma no… Quello è bandito dal possibile (questo possibile di oggi, pur largo di maniche, che include la possibilità, per un bambino, di avere due padri e nessuna madre o per un depresso alla Lucio Magri di protestare per ottenere il diritto politico di suicidarsi).

“Lega dei popoli” è una sigla moscia e il popolo – quello vero: fatto di un io più un io più un io più un io raccolti sotto una comune bandiera –, oggi, da te che sei, o potresti essere, il Trump de noantri, la Marine de noantri (che sei destra, e quindi forza, se vuoi essere qualcosa), si aspetta solo coraggio. “Coraggio coraggio coraggio” diceva Papini oltre un secolo fa, quando coraggio significava andare a farsi dilaniare in una trincea. Oggi coraggio significa semplicemente smetterla con la ruffianeria melensa e cominciare a dire qualche sì fermo e qualche no fermo.

Tu hai una bella fortuna. Hai un contenitore che già, tutto sommato, funziona, inventato da un tizio che trasudava vigore e sprezzo fino alla caricatura – e perché credi che abbia avuto successo? Con quella voce rugginosa da maschio li spazzava via tutti, i gentiloni della politica. Quando poi sono rimasti gli epigoni, si è visto. Depressione e consensi al minimo. Mancava la forza; era sparito il coraggio. Gli epigoni non avevano un briciolo di appeal. Gli cambiavi la casacca e li piazzavi nel PD e non si sarebbe vista la differenza. Ma perfino con Vendola potevi metterli. O con gli sbiaditi di Alfano. Bossi no. Con tutti i suoi difettacci e l’incapacità di edificare oltre se stesso, lui era quello che mostrava la spada, che non deve mica significare violenza, che significa invece volontà energica. La politica deve ritrovare quella carica di volontà. Volontà – cominciamo pure dal basso – di far arrivare i treni in orario, volontà di far funzionare le cose, volontà di eliminare (o limitare al massimo) la delinquenza. Se i treni non arrivano in orario, perché i ragazzi dovrebbero avere interesse ad arrivare in orario a scuola?

Ingrandirsi non dividersi

La tua fortuna nessuno a destra ce l’ha, neanche i più simpatici e volenterosi, che magari continuano a polverizzarsi in gruppi e sottogruppi senza futuro. La parola d’ordine, oggi, è ingrandirsi, non dividersi. Tu hai una casa che c’è già e tiene; basta ristrutturarla e popolarla di quelli giusti. E qui tocchiamo il punto di rilievo: chi sono quelli giusti? Non certo i traffichini, non i ruffiani che girano intorno alla torta del potere, non i parassiti. Mettiti a cercarli, quelli giusti. Ti servono tecnici capaci, che sappiano sbrogliare il caos della crisi economica e persone che guardano da vicino il dramma dell’alluvione migratoria. Chi si sporca quotidianamente le mani a gestire i problemi reali, non i parolai che fanno i collage con quello che leggono sul web. Ci sono fior fior di imprenditori inferociti contro questo stato di cose; inferociti con precisione da contabili. Va’ a raccogliere le loro ragioni, invece di affidarti solo a slogan, più o meno azzeccati e azzardati. Se vuoi ti passo una lista di nomi, e nessuno che abbia il busto del Duce in casa…

Smettila di spararle irrealmente grosse da un lato e di avere paura dall’altro. Ti si può perdonare tutto: non la paura, che è il tuo suicidio. Tu devi essere l’uomo del coraggio. Non ti si chiede certo di arrivare agli estremi del presidente delle Filippine: le derive autoritarie fanno orrore. Ma rimanere dritto mentre il vento dell’esasperazione ti porta senza sforzo al successo e non fargli attrito, sì. Quello sì.

Parla alla gente che ha coraggio ed è sincera con se stessa – gli altri non badarli. Se riesci a riconquistarli tutti, quelli che al coraggio tendono, sono un esercito e vedi dove li fate finire – dialetticamente, dialetticamente… – i Walter Veltroni di turno.

Approfitta della morte politica di Berlusconi, del suicidio (non assistito) del PD, dei guai della Raggi e di Grillo, cogli l’occasione d’oro che hai di fronte.

Un programma di pochi punti

Fatti un programmino serio e semplice. Devi saperci dire solo:

Il problema, postmoderno per eccellenza, dello spaesamento collettivo lo si risolve costruendo strade – disegnando, cioè, quel tratto che unisce la meta all’uomo, l’uomo alla sua meta. Mettendo ordine.

E ricordati che le ruspe, da sole, non vanno aventi. Ci vuole un tizio sopra che le manovri dotato di cervello.

Dunque: coraggio coraggio coraggio. Intelligenza intelligenza intelligenza (e anche un po’ di saggezza, che è tutt’uno con la magnanimità).

Non limitarti a fare un lifting al simbolo della Lega. Arriva davanti a gente che non chiede altro che un Trump de noantri, una Marine de noantri, con qualche sì e qualche no, con un programma serio e compiuto e intelligente e ben studiato, che chissà quanti ti aiuterebbero volentieri a mettere a punto.

annavalerio@libero.it

Anna K. Valerio

Anna K. Valerio su Barbadillo.it

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