Una battuta – direbbero gli indignati – “alla Berlusconi”, come “l’abbronzato” che l’ex premier disse ad Obama. Per Repubblica, che accusa il colpo, si tratta di una «discutibile battuta». Trattasi, in realtà, di battuta che lascia spazio a possibili allusioni razziste, con una compassione stile Inghilterra imperiale che sa tanto di comprensione dall’alto in basso. Perché – secondo Boccassini – Ruby è sì intelligente, ma proprio in ragione delle sue origini africane, di quella regione che affaccia sul Mediterraneo. Per caso intende dire quella zona (ma, piccolo appunto geografico alla Boccassini, il Marocco non sta in Oriente) che viene accusata di praticare l’arte un po’ furbetta del commercio, per non dire altro, con annessa piccola truffa? Se sì sarebbe un pregiudizio bello e buono, un pregiudizio – direbbe la vulgata progressista – da italiano in osteria.
Il commento-insulto di Ilda, però, non è il primo che giunge dalle sponde della cultura – e che cultura – del tanto incensato ceto medio riflessivo. Come non ricordare, ad esempio, il raffinato motivetto razzista di Giuliano Amato – tra le tante cariche ai tempi era ministro – quando disse, per spiegare l’“integrazione”, come la violenza sulle donne fosse una tradizione «siculo-pakistana»? Ma almeno il dottor Sottile la nozione geografica ce l’aveva chiara. Non vorremmo invece che il pregiudizio della Boccassini potesse trasformarsi in giudizio. Non solo per far giustizia alle coordinate geografiche…