Focus. Le elezioni in Russia confermano l’onda lunga del consenso per Putin

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L’onda del consenso a Putin in Russia è ancora “lunga”, volendo rievocare un aggettivo caro ai socialisti italiani negli anni Ottanta. Russia Unita ha conseguito consensi maggioritari elezioni per il rinnovo della Duma e si tratta di maggioranza assoluta…

L’idea che l’assedio diplomatico ed economico avrebbe spinto i russi a voltare le spalle al loro leader politico si è rivelata fallace. Era una idea che in effetti non teneva conto dell’anima del popolo russo, che sempre nei momenti di “assedio” è spinto a serrare le file attorno ai propri simboli. Evidentemente oggi Vladimir Putin è un simbolo. Rinascita della potenza russa, crescita economica con una vasta distribuzione delle rendite energetiche, fedeltà alle tradizioni e alle radici spirituali della nazione, forte appeal sulle giovani generazioni: tutti questi significanti storici si condensano oggi nel denominatore “Putin”.

A distanza di qualche giorno le polemiche, sollevate dai media occidentali, sugli immancabili brogli che si sarebbero verificati alle urne sono evaporate. Gli osservatori dell’OCSE hanno attestato la sostanziale regolarità del voto russo.

D’altra parte non vi erano motivi per sollevare dubbi sul fatto che l’elettorato avrebbe confermato il consenso allo schieramento che lo sostiene, il cartello elettorale “Edinaia Rossia” (Russia Unita). In Russia non vi è alternativa a Putin. Le vicende degli ultimi mesi hanno anzi contribuito a ridurre la popolarità di quelle formazioni politiche “neo-eltsiniane” che ancora coltivano il mito di un Occidente da inseguire in termini di regole politiche, di usi e costumi, di posizionamenti internazionali.

Tripolarismo alla russa

Vale la pena di sottolineare una particolarità del sistema politico russo: il suo assetto tri-polare. In effetti la Russia post-sovietica ha anticipato un fenomeno che negli ultimi anni ha fatto irruzione in Europa: la crisi del bipolarismo classico, caratterizzato dalla competizione/alternanza (o convergenza) tra uno schieramento conservatore e uno progressista. Tuttavia mentre in Europa Occidentale il bipartitismo è stato infranto dalla crescita dei partiti populisti, in Russia il tripolarismo ha assunto una veste più istituzionale con l’affermazione di un forte schieramento di centro a vocazione “sintetizzatrice” (per certi aspetti anche con una vocazione ideologica che ricorda quella delle “Terze Vie” del Novecento) e due ali di contorno: i comunisti di Ziuganov e i nazionalisti di Zhirinovskij.

Si noti un particolare: in quanto Presidente della Repubblica Putin ha saldamente in mano il potere esecutivo, ma nello stesso tempo assurge al rango di figura super partes.

Solitamente le opposizioni scaricano tutta la loro vis polemica sul primo Ministro e tengono a sottolineare il loro rispetto nei confronti del Presidente della Federazione Russa. Questa particolare formula conferisce una notevole stabilità al sistema politico russo e consente a Putin di concentrarsi su obiettivi di lungo termine che superano la ristretta visuale di un politico assillato dai sondaggi e assumono una dimensione storica. In questa dimensione si inserisce l’appello che Putin ha lanciato agli Europei qualche settimana fa: essi sono invitati e agevolati se vogliono partecipare a una grande opera di sviluppo urbanistico-imprenditoriale-agricolo delle vaste terre della Siberia… Pochi giornali hanno colto la portata di questo invito. Forse perché pochi giornalisti hanno letto Spengler!

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Alfonso Piscitelli

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