Il caso. Tremonti: “Tassi a zero, crisi del sistema e atipici prelievi bancari sui risparmi”

Giulio Tremonti
Giulio Tremonti

“I tassi a zero potrebbero segnalare la fine del capitalismo. Lo trova scritto in un testo quasi proibito,come il Capitale di Marx, le cui applicazioni politiche sono state tragiche ma le cui analisi economiche hanno ancora fondatezza”: le critiche al destino finanziario degli stati non sono una novità per chi segue Giulio Tremonti. L’ex ministro, di formazione socialista, in una intervista a Il Tempo, analizzando le conseguenze che deriveranno dall’applicazione del tasso zero – se non addirittura negativo – sui depositi bancari e sui conti correnti per famiglie e i risparmiatori, prefigura scenari nei quali le famiglie saranno ulteriormente tartassate.

“I tassi a zero o sotto zero, quest’ultimo – è il postulato di Tremonti – non è un tasso ma una tassa sul capitale, mettono in crisi tanto i bilanci delle banche, delle assicurazioni e della previdenza quanto quelli delle famiglie. Per le banche i ricavi ordinari tendono a zero e sono compensati da investimenti più rischiosi o da un sovraccarico di commissioni sulla clientela che costituiscono una forma atipica di prelievo sul risparmio”.

I tassi a zero producono povertà

“Un assetto che comporta nel tempo una crisi dei sistemi previdenziali e assicurativi. I tassi zero o sotto zero producono un effetto povertà. Che si manifesta a partire dalla domanda e che, per questa via, prima o poi emerge nella depressione del Pil”, spiega Tremonti.

L’ex ministro ed economista è schierato per il No al referendum sulla riforma costituzionale.

@barbadilloit

Rui Barros

Rui Barros su Barbadillo.it

Exit mobile version