Politica. A Brindisi riemergono le eterne divisioni tra FdI e alemanniani

Gianni Alemanno e Giorgia Meloni in un comizio a Foggia
Gianni Alemanno e Giorgia Meloni in un comizio a Foggia

Dalla direzione nazionale di Fratelli d’Italia ad Azione Nazionale: il passaggio di Cesare Mevoli, storico dirigente alemanniano a Brindisi con la nuova formazione di destra ha generato un polverone di polemiche nella destra pugliese riproponendo divisioni e argomenti ormai incomprensibili per l’elettorato dell’area sovranista.

Il fatto

L’accusa di Mevoli, nella nota di addio al partito della Meloni: “Un partito non deve avere né padroni nè padroncine, e non è tenendo un profilo basso che si creano consensi, ma se non ci si rende conto che mai come adesso le persone e gli elettori chiedono chiarezza e Idee forti, e non soluzioni annacquate, non si va da nessuna parte. In ragione di tutto ciò, non potendo tollerare oltre , né che a Roma si chiuda la porta in faccia a personalità politiche che hanno fatto grande la Destra, e l’hanno resa Destra di Governo, né che a guidare il partito in provincia di Brindisi ma soprattutto nel capoluogo si debba andare sempre alla pesca delle occasioni dell’ultimo venuto, io libero il campo. Ovviamente la mia non è una posizione isolata e non solo si aggiunge alla grande emorragia di dirigenti e militanti avutasi ben prima dell’inizio della campagna elettorale, ma altri condividono le doglianze sui comportamenti romani, ed allo stesso tempo hanno dovuto subire, in forma più o meno velata, quanto da me lamentato, durante l’ultima campagna elettorale amministrativa, ed a giorni seguiranno ulteriori prese di distanza da FdI ed adesioni ad Azione Nazionale, che da associazione culturale si strutturerà in movimento politico”.

La dura replica dei meloniani

Il senatore Michele Saccomano, sindaco di Fdi a Torre Santa Susanna: “Cesare Mevoli lascia Fratelli d’italia, dopo le ultime elezioni andate male a Brindisi per il Centrodestra. Dice subito il sen Saccomanno, che è dispiaciuto per l’accaduto, ma che le voci raramente si rincorrano a caso. Già nella campagna elettorale molti hanno sottovoce dichiarato che non potevano votarlo perché sarebbe andato via come il suo mentore Gianni Alemanno. A roma avevano richiesto già che il partito a brindisi non lo candidasse, ma la comune militanza e la stima personale hanno fatto il resto. È stato candidato. Le scelte sono state fatte sempre insieme e con il suo consenso. Il suo allontanamento si è consolidato con una serie di pretestuose accuse, dopo la certificazione della sconfitta. Tra l’altro, chiarisce Saccomanno, come a Napoli, Salerno e, per i suoi sodali a Roma, accade alle liste non fortissime quando il candidato a sindaco perde. Alle accuse rivolte come excusatio per la migrazione, verso collaboratori/trici, è una prova della chiara malafede di chi tra l’altro non ha dato mai una lira, da vice portavoce provinciale per realizzare una sede che non fosse lo studio del senatore. Ora, le scelte politiche diverse si possono sempre fare, ma non si può sputare nel piatto dove si è mangiato fino ad un minuto prima. Depone male”.

La lettera del portavoce provinciale di Fdi a Brindisi, Luciano Cavaliere

“Caro Cesare,

mi rammarico nel leggere la tua nota, penso che la militanza e la vicinanza che ci ha accomunati in tutti questi anni è servita a ben poco, ti faccio un in bocca al lupo per il tuo futuro ma ricordo a me stesso ancor prima che a te, che quando da Roma ci sollevarono la questione delle tua presa di posizione differente alla linea del partito, con la sottoscrizione della lettera di Azione Sociale, la nostra comunità si spese in blocco per garantire la tua posizione. (…) Le sconfitte fanno male, ne siamo consapevoli e sappiamo che a volte è più facile sfogare le proprie rabbie e delusioni dopo una sconfitta che provare a farsi forza insieme e rialzarsi, capisco i malumori e i turbamenti che ti hanno travolto, li so, li ho ascoltati, a volte condivisi, altre volte no, ma capisco anche che le tue posizioni sono anche figlie delle scelte fatte su scala nazionale dall’ex sindaco di Roma, scelte già chiare da tempi non sospetti, da quando si continuava a ripetere che Azione Sociale fosse solo un associazione. (…) Da segretario provinciale del movimento giovanile di quel partito che i nostri “colonnelli” e “tenenti” hanno distrutto, ti rivolgesti ad un quattordicenne spiegando l’importanza di resistere e combattere da dentro,  per cambiare perché i partiti si cambiano da dentro e non inseguendo i fantasmi di qualcosa che per mille ragioni non tornerà più, perché proprio coloro che oggi la reclamano sono tra i primi a far sì che nulla di quanto abbia vissuto la destra in questo ventennio, non tornerà più. É la stessa cosa hai continuato a ripetere non troppo tempo fa quando polemizzavamo sull’abbandono di altri dirigenti, tutti pronti a scappare per il miglior offerente. Capisco il tuo malessere però perdonami ma mi viene di pensare che l’assenza di quelle idee forti che giustamente lamenti, in ambito nazionale ancor prima che in ambito locale, vanno colmata con l’impegno di ognuno di noi ricercato in quelle  “primarie delle idee” che si contrapponevano a posizioni poco chiare, di chi sosteneva che il presidente Monti fosse “aggregante per il centro destra”…anche in quel caso eravamo su posizioni differenti, come lo siamo stati sulla vicenda “Fondazione AN” perché chi ha fallito si assuma le responsabilità di farsi da parte… ma nonostante questo, siamo andati avanti per rimettere insieme qualcosa che era andato disperso, non un mondo di uomini di destra, ma un mondo di idee e valori, ma questo oggi non è un confronto di idee, ognuno ha le sue, giuste o sbagliate, condivisibili o meno, criticabili o meno, questa è una resa da parte tua di lasciare una barca in mezzo al mare, io ho smesso di inseguire persone, “colonnelli”, ammiragli e soprattutto fantasmi, pensavo lo facessi anche tu..”.

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Francesco Cuccovillo

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