“Ho deciso di farmi da parte come leader dell’Ukip. Ho riavuto indietro il mio Paese, ora rivoglio la mia vita”: il leader dei populisti inglesi, Nigel Farage, fa un passo indietro, saluta tutti e si ritira. Una decisione clamorosa, a pochi giorni dal referendum vittorioso. Un colpo di scena teatrale, un po’ alla Cincinnato. Resta però nel parlamento europeo, dove gli italiani avevano iniziato a conoscerlo per i suoi esplosivi interventi a favore della sovranità popolare e contro l’euroburocrazia.
Giascone, polemico, amante dell’alcol e della buona compagnia, è stato il più mediterraneo e caldo politico sulla scena britannica degli ultimi anni, interpretando il ruolo di oppositore anti sistema con una energia che ha ridotto ai minimi termini la stella (una volta nascente) dell’ex premier conservatore David Cameron. Di fatto ha cambiato per sempre la politica del suo paese e l’orizzonte europeo.
La scelta di vita
“Non voglio diventare un politico di carriera, sotterro l’ascia di guerra con tutti”, ha aggiunto Farage, puntando tutto sulla crescita del suo partito, l’Ukip, alleato del M5S nel parlamento europeo. . Infine una previsione: “Il prossimo premier? Deve essere pro-Brexit”. Dopo aver indovinato il referendum contro l’Ue, perché non dargli ancora credito?
Il terremoto politico a Londra
Scrive Limes: ” Le dimissioni di Farage infliggono un ulteriore colpo al sistema politico britannico, che in poco più di una settimana dal voto sul Brexit si ritrova allo sbaraglio. Con l’eccezione dei lib-dem e dello Scottish National Party, tutti i partiti principali che siedono in parlamento si trovano senza leader al timone – proprio nel momento in cui il paese avrebbe estremamente bisogno di una guida sicura e di un’opposizione coerente. Il sistema politico britannico, e con esso il tanto lodato modello Westminster, cadono dunque vittime del Brexit. Di un voto principalmente di protesta contro l’establishment politico (sia di Bruxelles che di Londra) che ha spazzato via ogni certezza per il futuro del Regno Unito – sia nel contesto europeo, che sul proprio suolo”.
