Referendum. Il Cesi lancia il comitato per il “no” alla riforma costituzionale

say-no-300x300Il  “CESI – Centro di studi politici ed iniziative culturali” con sede a Roma, fondato dal prof. Gaetano Rasi che ne è il presidente onorario, ed attualmente presieduto dal prof. Franco Tamassia, ha costituito tra i propri soci un “Comitato Costituenti per il NO al referendum costituzionale”, composto dal vicepresidente Nazzareno Mollicone e dai componenti del consiglio direttivo Mario Bozzi Sentieri (giornalista e scrittore), Carlo Alberto Biggini (imprenditore) Edoardo Burlini (esperto finanziario) Giuliano Marchetti (commercialista) Cristiano Rasi (funzionario bancario).

I costituenti del Comitato hanno diffuso un “Manifesto” in cui affermano che una “democrazia compiuta” che attui ed integri le disposizioni e lo spirito della Costituzione Repubblicana non può avvenire mediante le cosiddette riforme sottoposte al parere del popolo italiano dalla maggioranza parlamentare (peraltro dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale) che sostiene il governo Renzi le quali invece peggiorano il procedimento legislativo, non riducono i costi reali della politica, compromettono – mediante la parallela approvazione della legge elettorale definita “Italicum” – la sovranità popolare ed indirettamente le libertà democratiche, restringono la partecipazione diretta da parte dei cittadini con le modifiche introdotte alle proposte di legge d’iniziativa popolare ed ai referendum, indeboliscono l’equilibrio tra i poteri costituzionali.

I costituenti del Comitato del NO propongono invece che un nuovo governo, a seguito di un apposito incarico dal presidente della Repubblica e di una specifica delega, indica l’elezione su base proporzionale di un’apposita “assemblea costituente” per riformulare la Costituzione alla luce dell’esperienza maturata, della nuova situazione nell’ambito della Comunità Europea, dell’avvio di un funzionamento partecipato delle istituzioni mediante il coinvolgimento del “Paese reale” al fine di  realizzare una “democrazia compiuta”. Non si tratta quindi di una posizione “conservatrice” ma invece della volontà di modificare la Costituzione con il consenso popolare per una migliore partecipazione alla gestione della cosa pubblica da parte delle categorie produttive della Nazione.

Il Comitato dei Costituenti per il NO si propone di collaborare con tutte quelle organizzazioni e comitati che intendono respingere la modifica costituzionale sottoposta al referendum perché pasticciata e pericolosa per gli equilibri istituzionali: ciò ovviamente senza alcuna rinuncia ai suoi postulati per una nuova Costituzione veramente rappresentativa del popolo italiano.

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